domenica 16 settembre 2012

Materialismo economico della classe dirigente europea


Ho letto con interesse l'articolo di Giuseppe Vegas, pubblicato sul Foglio del 13 settembre 2012, col titolo: "Perché la soluzione della crisi finanziaria europea è anzitutto geopolitica" (questo link apre l'elenco della rassegna stampa, scorrendola fin quasi in fondo trovate il link al testo integrale dell'articolo). L'autore è un personaggio poliedrico, grande esperto di finanza pubblica, è giurista, giornalista e docente universitario; è stato sottosegretario, viceministro e parlamentare; dal gennaio 2011 è Presidente della Consob: rappresenta a pieno titolo la classe dirigente del nostro paese.
Una classe dirigente che dimostra di aver capito ben poco della crisi che attanaglia l'Europa o €.p.A.
La crisi non è solo economica, come crede Vegas, è politica, culturale, spirituale. Ergo la sua soluzione non può che essere spirituale, culturale, politica e dulcis in fundo economica. Chi è l'Occidente di cui si parla? Quale identità ha? Che progetti e ambizioni coltiva? Mohammed Morsi, fratello mussulmano e presidente egiziano, ha dichiarato: "Il Profeta è una riga rossa che nessuno deve toccare". Credo che abbia fatto bene a ricordare all'Occidente che esistono valori intangibili, per difendere i quali si è pronti a battersi fino alla morte. La questione, infatti, è la seguente: l'Europa ha una riga rossa? C'è ancora qualcosa di inviolabile per noi occidentali,oppure siamo divenuti così cinici da credere che tutto abbia un prezzo, tutto sia mercificabile? Il relativismo ha forse ingoiato ogni riga rossa, ogni valore intoccabile, lasciando l'Occidente interiormente vuoto, senza fibra morale perché senza fede in alcunché?

"L'Europa è la dimostrazione pratica che il benessere dei cittadini dipende da uno sviluppo economico generalizzato che non si è mai realizzato in paesi che non fossero democratici". Questa è la sintesi del pensiero di Vegas e delle classi dirigenti europee, pensiero che potremmo definire MATERIALISMO ECONOMICO. Ambiguamente Vegas ha lasciato il concetto chiave, benessere,  privo di ogni specificazione, ma dal contesto emerge chiaramente un solo aggettivo: si sta parlando del benessere materiale. Esso è sufficiente? è vero benessere quello ridotto alla ricchezza materiale? Il solo buon senso ci dice che il benessere materiale non è sufficiente senza il benessere spirituale e morale. Anche il Vangelo insegna l'integrità del benessere materiale e spirituale: con la parabola dei talenti (Mt 25,14-30) auspica l'iniziativa privata e l'arricchimento, mentre con la parabola del ricco stolto (Lc 12,13-21) condanna ogni cupidigia e invita ad arricchirsi anche presso Dio e non solo per sé.
Quindi Vegas ripete il ritornello che lega lo sviluppo economico alla democrazia; vero sul piano storico fino a qualche decennio fa, ma ormai palesemente smentito dai paesi a capitalismo autoritario come la Cina, dove lo sviluppo economico anche diffuso si sta realizzando in un paese non democratico.
La madre di tutte le questioni non è il mantenimento dell'euro come afferma Vegas. Una moneta imposta dalla Francia alla Germania quale condizione per la sua riunificazione e che si è ritorta nell'imposizione all'Europa del modello economico tedesco. Moneta unica e progetto politico-costituzionale fatti senza voler consultare tutti i popoli europei coinvolti, anzi obbligando quei pochi che han potuto votare, a modificare il proprio responso per adeguarlo alla volontà dell'elite tecnocratica che ci governa (Danimarca 1992 bocciato, approvato nel 1993; Irlanda 2008 respinto, approvato nel 2009). Questa la chiamano democrazia. Per correttezza devo precisare che in taluni paesi il responso negativo è stato accettato (Norvegia 1972 e 94, Danimarca 2000, Irlanda 2001, Svezia 2003, Francia 2005). A mio avviso madre di tutte le questioni è la rifondazione della UE sulla realtà storica e geopolitica dell'Europa, abbandonando l'idea utopica di Europa coltivata e affermata da alcune sue elite. La realtà dell'Europa è che essa si abbevera alle radici cristiane, oppure non è, autodestinandosi al declino fino alla scomparsa dal mondo dei vivi per entrare nel museo della storia.

Vegas annuncia la sua profezia: "L'euro è soprattutto il simbolo dell'unione politica che verrà". A mio avviso un simbolo diabolico, ovvero, un simbolo divisivo e non unitivo che nega ciò che afferma, una contraddizione. L'unione politica che verrà, disperiamone, è quella che alcuni, pochi, hanno voluto e vogliono, edificandola sulle labili fondamenta dell'economia e contro la storia comune del continente europeo. Un continente che non è geograficamente tale, essendo mera propagine occidentale, Europa appunto, del grande continente euro-asiatico, i cui confini sono di difficile identificazione, essendo soprattutto culturali, una geografia dell'anima. E come tutte le case costruite sulla sabbia, anche l'€ crollerà.

 
Da profeta Vegas diventa anche legislatore supremo: "L'euro è irrinunciabile, e dunque l'Europa esiste".
Ecco raggiunto l'acme della follia o stupidità dei tecnocrati. Come dire che l'umanità esiste perché c'è l'esperanto, oppure far discendere il territorio concreto dalla cartografia. L'Europa esiste da molti secoli e nella sua storia millenaria ha anche inventato una moneta unica senza uno Stato.
Il salto culturale che anche Vegas auspica è possibile solo poggiando le piante dei piedi sul solido terreno della realtà storico-geografica, non sulla sabbia delle utopie, letteralmente le senza luogo.
Infine il profeta e legislatore si cimenta anche da storico: "la Rivoluzione francese prima e Napoleone Bonaparte dopo, aprirono i mercati e fecero entrare nel gioco dell'economia il Terzo stato". Penso che anche in questo caso Vegas abbia capovolto i rapporti di causa ed effetto. Mi sembra di ricordare da profano che il Terzo stato sia entrato nel gioco dell'economia prima della Rivoluzione francese e che questa sia il risultato anche dell'ingresso della Borghesia nel gioco economico avvenuta per motivi non solo logici (la causa eziologica precede sempre i suoi effetti) ma anche cronologici prima della Rivoluzione francese.

domenica 9 settembre 2012

Apologia della cenere. In morte del card. Martini



Ho letto l'ultima intervista al card. Martini pubblicata sul Corriere, correttamente intitolata "Chiesa indietro di 200 anni". Una grossa delusione per il tono e per i contenuti dell'intervista.
Il tono triste è il tono di quei "profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo", dai quali risolutamente dissentì il beato papa Giovanni XXIII nel discorso per l'apertura del Concilio Vaticano II.
I contenuti, causa ultima della tristezza, ripetono i soliti vecchi propositi pseudo-progressisti di adeguamento della Chiesa al mondo (rifiuto della dimensione istituzionale della Chiesa, rifiuto degli insegnamenti della Humanae Vitae di Paolo VI, rifiuto pratico dell'indissolubilità del matrimonio, rinuncia alla dottrina morale cattolica sulla sessualità perché indigesta ed esigente, riduzione del cristianesimo a spiritualismo disincarnato, alla kantiana voce della coscienza senza il cielo stellato) propositi molto conformistici e ben poco profetici, propositi umani, troppo umani e giudicati dalla domanda di Gesù: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che a essere gettato e calpestato dalla gente" (Mt 5,13).

EMIANOPSIA.
Questa è la malattia che emerge dalle risposte del cardinale. Una visione ridotta a metà. Cosicché non vide che tra noi vissero e vivono moltissimi eroi. Si chiamano Paola Bonzi, Marcello Candia, Gianna Beretta Molla, madre Teresa di Calcutta, padre Jerzy Popieluszko, Giovanni Paolo II, Shahbaz Bhatti, Chiara Lubich, mons. Giussani per dire solo alcuni nomi, ma ci sono anche tutti coloro, uomini e donne, che sono fedeli alle promesse battesimali, alle promesse matrimoniali, alle promesse sacerdotali e non per merito proprio ma per la grazia di Dio. E poi quelli che sono rimasti fedeli al dono della vita, al dono del cuore-ragione...
Il cardinale ha una visione così anti-istituzionale, come se le Istituzioni e le Leggi fossero nemici necessari degli eroi! Eppure i martiri della mafia come padre Puglisi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono stati eroi perché hanno affermato in vita e in morte il valore positivo della Legge umana e delle sue Istituzioni. Se ciò è vero per la società naturale, a maggior ragione lo sarà anche per la società soprannaturale.
Il cardinale vide "nella Chiesa di oggi così tanta cenere sopra la brace che spesso mi assale un senso di impotenza". La cenere, proprio coprendo la brace, la conserva ardente per molte ore. La cenere ha una necessità a suo modo salvifica delle braci. Inoltre, serve a produrre la liscivia per pulire a fondo i panni sporchi, oppure per concimare la terra. Certo sono funzioni umili che la cenere svolge al servizio altrui silenziosamente.
Dopo che il giovane ricco se ne andò, triste, Gesù commentò: "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli"; i discepoli, allora, si domandarono costernati: "Allora, chi può essere salvato?" facendo trasparire tutta la loro impotenza. All'impotenza umana dei suoi discepoli di allora e di oggi, Gesù risponde deciso: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile" (Mt 19,25-26). Anche la Chiesa è di Dio, prima che degli uomini, fossero anche apostoli e profeti, e di solito Dio preferisce gli ultimi, i figli della cenere, per purificare la sua Chiesa e convertirla alla sua volontà, non allo spirito del mondo.

 Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.