lunedì 22 ottobre 2012

Sul premio Nobel per la pace 2012 alla UE

Il Comitato Norvegese del premio Nobel per la Pace ha assegnato l'edizione 2012 all'Unione europea "per aver contribuito per oltre sei decenni al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani".
Thorbjørn Jagland Presidente del Norwegian Nobel Committee annuncia il Nobel per la pace 2012
L'Unione europea ha veramente fatto ciò?
Veramente ha dato un tale contributo alla crescita di pace, riconciliazione, democrazia e diritti umani da meritarsi il prestigioso riconoscimento?
E ciò per "oltre sei decenni", ovvero da prima il 1952. Curiosamente nel 1952, il 27 maggio, venne firmato il Trattato istitutivo della Comunità Europea di Difesa (CED), mai entrato in vigore perché respinto il 30 agosto 1954 dall'Assemblea Nazionale francese, passo non portato a compimento che sarebbe stato necessario per indirizzare l'integrazione europea anche verso lidi politico-militari. Prima del 1952 avvennero due fatti storici decisivi: il 9 maggio 1950 la Dichiarazione Schuman con la quale ebbe inizio l'integrazione europea con la condivisione delle risorse legate all'acciaio e che sfociò nel Trattato di Parigi, firmato il 18 aprile 1951, istitutivo la Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA).
In definitiva il premio Nobel è ben meritato?
Non credo.
E siccome chi controlla il passato, controlla anche il presente e quindi ipoteca il futuro, bisogna sottoporre a verifica storica le motivazioni della decisione politica presa dal Norwegian Nobel Committee.
 Chi è il Norwegian Nobel Committee?
Il Comitato Norvegese per il Nobel è formato da cinque membri, eletti dallo Storting (il Parlamento norvegese) con un mandato quinquennale; gli attuali componenti sono così presentati sul sito del Comitato:
Thorbjørn Jagland - Presidente: Segretario generale del Consiglio d'Europa. Membro Laburista dello Storting (1993-2009). Primo ministro (1996-1997). Ministro degli Esteri (2000-2001). Presidente dello Storting (2005-2009). Membro del Comitato dal 2009, nominato per il periodo 2009-2014.
Kaci Kullmann Five - Vicepresidentessa: Presidentessa dei giovani conservatori (1977-1979). Membro dello Storting (1981-1997). Ministro del commercio, della navigazione e degli affari europei (1989-90). Presidentessa del Partito Conservatore (1991-1994). Membro del Comitato dal 2003, riconfermata per il periodo 2009-2014. 
Inger-Marie Ytterhorn: Consigliere politico anziano del gruppo parlamentare del Partito del Progresso. Membro dello Storting (1989-93). Membro del Comitato ad hoc della legge elettorale (1998-2001). Membro del Comitato dal 2000, riconfermata per il periodo 2012-17. 
Berit Reiss-Andersen: Avvocato presso lo studio legale Reiss-Andersen & Co. Presidentessa dell'Ordine degli Avvocati norvegese dal 2008. Segretario di Stato del Dipartimento di Giustizia (1996-97). Membro del Comitato dal 2012, nominata per il periodo 2012-2017. 
Gunnar Stålsett: Leader del Partito di Centro (1977-1979). Vescovo di Oslo (1998-2005). Membro del Comitato negli anni 1985-1990, 1994-2002 e dal 2012-17.
Bandiera del Regno di Norvegia
Come si vede è un organo totalmente politico perché nominato integralmente dal Parlamento Norvegese e per il carattere esclusivamente politico degli eletti.
Tre su cinque sono stati parlamentari (Jagland, Kullmann Five e Ytterhorn), di cui uno Presidente del Parlamento (Jagland).
Tre sono stati leader nazionali di partiti norvegesi: Jagland dei Laburisti (1992-2002), Kullmann Five dei Conservatori (1991-94), Stålsett dei Centristi (1977-79).
Tre sono stati membri del Governo: Jagland, Kullmann Five e Reiss-Andersen per i Laburisti.
Uno è stato vescovo luterano di Oslo.
Tutto si può dire, tranne che non sia un organo politico, cesellato con il manuale Cencelli quale specchio del Parlamento Norvegese: il Partito Laburista, quale primo partito norvegese, ha due membri (Jagland e Reiss-Andersen), i Partiti Conservatore (Kullmann Five), del Progresso (Ytterorn) e di Centro (Stålsett) hanno un membro a testa.
La Norvegia ha sottoposto due volte a verifica referendaria l'adesione alla CEE/UE, nel 1972 e nel 1994 ed in entrambi i Referendum la maggioranza bocciò l'adesione (53,5% e 52,2%). Il primo tentativo, contrattato dal Governo Norvegese con l'allora CEE, era già stato approvato dal Parlamento con un'ampia maggioranza, ma la sonora bocciatura referendaria provocò le dimissioni del primo ministro laburista Trygve Bratteli e nuove elezioni.
Infine è interessante verificare le posizioni dei partiti norvegesi rispetto all'adesione all'Europa: Laburisti e Conservatori sono gli unici partiti filo-europei, prevalentemente ma non strenuamente; tutti gli altri Partiti sono fieramente contrari.
Forse perché la ricca Norvegia diverrebbe contribuente netto delle casse UE?

Bandiera della UE
Senza dubbio anche la Ue ed i suoi numerosi predecessori UEO, CECA, CED, EURATOM, CEE, CE e Schengen ha dato un piccolo contribuito a far progredire nel subcontinente europeo pace, riconciliazione, democrazia e diritti umani. Un subcontinente che ha conosciuto nel secolo scorso una lunga Guerra Civile Europea (1914-99), per comodità o stupidità divisa in più periodi:
  1. Prima Guerra Mondiale (1914-18)
  2. Seconda Guerra Mondiale (1939-45)
  3. Guerra fredda (1949-89)
  4. Guerre jugoslave (1991-99): Slovena (1991), Croata (1991-95), Bosniaca (1992-95), Kosovara (1996-99)
La Guerra Civile Europea che iniziò nei Balcani, nei Balcani è quasi finita. Quasi perché il Kosovo è un Protettorato Internazionale; ha proclamato l'Indipendenza nel 2008, ma non è ancora riconosciuto a livello diplomatico, soprattutto dalla Serbia dalla quale si vorrebbe separare; nel Kosovo sono ancora dispiegate le forze ONU-KFOR.

Dove sono "i sei decenni di pace e riconciliazione" per cui la UE meriterebbe il Nobel?

I tre Presidenti della UE: Barroso (Commissione - PPE, Portoghese), Van Rompuy (Consiglio - PPE, Belga), Schultz (Parlamento - PSE, Tedesco)
Dopo la Seconda Guerra Mondiale ebbe inizio il processo di integrazione europeo, presto deragliato involvendo in senso burocratico-economicistico.
La UE è nata durante la Guerra Fredda nel campo occidentale e grazie all'appartenenza di tutti i paesi fondatori alla NATO ha conservato la libertà politica.
Grazie al piano Marshall statunitense ha potuto riprendersi economicamente e promuovere lo sviluppo economico.
Grazie all'opera morale di Giovanni Paolo II la cortina di ferro è caduta e l'Europa dell'est ha ritrovato la libertà.
Quindi l'indipendenza politico-militare, lo sviluppo economico e la libertà del subcontinente europeo sono state ottenute e garantite non dalla UE, ne dai suoi predecessori, ma da altri attori rispetto all'Europa, soggetti esterni all'Europa o più ampi della UE stessa: la NATO, gli USA, il Vaticano di papa Wojtyla.
Alla prova del nove l'Europa ha fallito miseramente, mostrando l'inconsistenza storico-politica del processo integrativo in corso.
Quando si trattò di risolvere pacificamente le gravi questioni jugoslave, tenute in congelatore dalla dittatura comunista di Tito, non è riuscita a evitare le Guerre, ne è riuscita a farle cessare da sola, ma necessitò dell'intervento della NATO e degli USA. Cosa che si è ripetuta anche nella guerra del Kosovo.

martedì 16 ottobre 2012

Quale Dio è morto secondo Nietzsche?

mons. Gerhard Müller
Leggendo sul Foglio di sabato scorso l'intervista a mons. Gerhard Müller, pro-prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede mi son chiesto QUALE DIO NIETZSCHE HA DICHIARATO MORTO?
Esiste, infatti, una sola realtà di Dio, una sola Sostanza divina, ma non esiste un solo concetto di Dio, bensì molte idee, diverse tra loro e nessuna equivalente.

Friedrich Nietzsche
C'è il Dio di Kant; ironia della sorte il filosofo di Konigsberg, colui che precluse alla ragione umana la possibilità di conoscere Dio e lo ridusse a mero postulato della morale, portava il bel nome messianico di Emmanuele che significa Dio con noi; ovviamente Dio era anche con lui, mentre lui era su Dio solo con la sua ragion pratica e non con la sua ragione pura, intimemente scisso nella sua ragione.
Il povero Federico N. fu quindi un buon medico necroscopo, egli si prese la briga di stilare ufficialmente il certificato di morte, senza cui non si può procedere a seppellire il cadavere del concetto kantiano di Dio.
Immanuel Kant

Il Dio vivo e vero, può subire questa tremenda menomazione, esser ridotto alla mera voce della coscienza? Kant ebbe la pretesa assurda che l'intima presenza divina che risuona come voce e come luce illumina la coscienza di ogni uomo, dovesse risuonare nella sola coscienza individuale senza anche risplendervi ed illuminare la vita, la natura e la storia dei singoli e dei popoli. E l'umanità dovette subire le infauste conseguenze di tale riduzionismo intimista della nozione di Dio.
Dio non può essere solo voce che grida nel deserto della coscienza del singolo individuo.
C'è il Dio dei mistici e dei profeti, Fuoco che arde nelle loro ossa, marchia la loro carne e sopravanza le capacità intellettive, facendoli ora gemere di stupore, ora protestare che Dio non è così, è più grande, è "Id quo maius cogitari nequit", ora tacere ammutoliti perché Dio è sovra-razionale e gli strumenti del pensiero e del linguaggio di cui gli uomini sono dotati, sono inadeguati a pensarlo e a dirlo.
C'è il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, il Dio di Gesù Cristo, della Chiesa e di Pascal.
Blaise Pascal