venerdì 25 dicembre 2015

GIUBILEI

L'otto dicembre 2015 sono ricorsi cinquant'anni dalla chiusura del Concilio Vaticano II (11 ottobre1962 - 8 dicembre 1965). Un evento capitale nella storia contemporanea della Chiesa Cattolica, quale che sia il giudizio sul Concilio.
Cinquant'anni sono la misura esatta del Giubileo secondo la sacra Scrittura (Lv 25). Misura ampia a sufficienza per giustificare la necessità del Giubileo, quando gli schiavi tornavano liberi  e ciascun figlio d'Israele riceveva di nuovo il possesso della sua porzione di terra promessa ove praticare l'Insegnamento dell'Alleanza, ricevuto sul Sinai.
Trovo ammirevole e di buon auspicio che le date di apertura e chiusura del Concilio Vaticano II siano coincise con due solennità mariane. Trovo profondamente cattolico aver voluto inscrivere il Concilio, dedicato alla Chiesa, tra due feste mariane, collocando così la santa madre Chiesa, come e con Maria santissima, sul fondamento indistruttibile di Cristo, Lumen gentium, e ravvivarne lo zelo nell'annunciare il Vangelo di Dio agli uomini contemporanei.


Sacra Famiglia, Marko Rupnik sj

Il santo papa bergamasco che convocò il Vaticano II, san Giovanni XXIII, scelse di aprirlo nel giorno della divina Maternità di Maria, dogma riconosciuto nel 431 ad Efeso dal terzo Concilio ecumenico che dichiarando Maria "madre di Dio" e condannando la formula "madre di Cristo", difese ed affermò l'unità ipostatica del Figlio e Verbo di Dio incarnato nell'uomo Gesù Cristo.


san Giovanni XXIII apre il Concilio Vaticano II, 11 ottobre 1962

Il beato papa bresciano che condusse a termine il Concilio, il beato Paolo VI, scelse di chiuderlo nel giorno dell'Immacolata concezione, dogma proclamato da san Pio IX nel 1854 che sancisce essere verità necessaria alla salvezza credere che Maria é stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento, non per suo merito ma esclusivamente in previsione dei meriti di Cristo suo figlio.


beato Paolo VI chiude il Concilio Vaticano II, 8 dicembre 1965
Come scrive papa Francesco nella bolla d'indizione: "Ci sono momenti nei quali in modo ancora più forte siamo chiamati a tenere fisso lo sguardo sulla misericordia per diventare noi stessi segno efficace dell’agire del Padre. È per questo che ho indetto un Giubileo Straordinario della Misericordia come tempo favorevole per la Chiesa, perché renda più forte ed efficace la testimonianza dei credenti. L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione. Questa festa liturgica indica il modo dell’agire di Dio fin dai primordi della nostra storia. [...] Ho scelto la data dell’8 dicembre perché è carica di significato per la storia recente della Chiesa. Aprirò infatti la Porta Santa nel cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II." (Misericordiae Vultus).
Questo é il modo cattolico di celebrare un anniversario: annunciare agli uomini tutti il dono di Grazia del Vangelo e fare appello alla libertá degli uomini perché si convertano.

Papa Francesco apre la Porta Santa Vaticana, 8 dicembre 2015

L'otto dicembre 2015 ha compiuto cinquant'anni anche la Comunità di Bose la cui vicenda ebbe inizio il giorno di chiusura del Concilio, quando il giovane neolaureato Enzo Bianchi si ritiró sulla Serra, avviando l'esperienza monastica ecumenica di Bose. Ma per questo anniversario niente festeggiamenti, come ha scritto Enzo Bianchi nella lettera agli amici (Qîqājôn n. 60), tradizionalmente firmata dai fratelli e dalle sorelle e non dal solo priore.
Una lettera che mi ha lasciato sconcertato, allibito e senza parole. Per rispetto verso il suo autore, mi astengo dal commentarla pubblicamente,  ma chiedo per lui fervide preghiere in questo Giubileo della misericordia.


Enzo Bianchi priore di Bose