domenica 18 dicembre 2016

Gli affreschi della ex Chiesa di santa Giulia in Paitone

Nel Presbiterio della ex Chiesa di santa Giulia in Paitone le pareti affrescate sono due, quella orientale ove sono identificabili sette giornate, e quella settentrionale dove è rimasta una porzione di affresco raffigurante santa Giulia. Gli affreschi della parete orientale sono distribuiti su due registri. In quello inferiore due Madonne in trono col Bambino alle due estremità, nel registro superiore vi sono due Madonne in trono col Bambino sempre alle estremità, al centro da sinistra a destra tre santi così identificati: san Bernardo da Chiaravalle, santa Giulia e sant’Antonio abate. Le quattro Madonne in trono con il Bambino e san Bernardo sono integri, santa Giulia e sant'Antonio abate sono frammentari.


Cornice della Madonna in trono registro inferiore lato sinistro


Nella cornice della Madonna inferiore a sinistra si legge la seguente iscrizione latina: “HOC OPUS FECIT IACOPA UXOR PASQUINI CHIODIS MENSIS APRIL DIE 15 150_”. L’ultima cifra dell’anno è illeggibile, quindi l’affresco risale alla prima decade del XVI secolo (1500-09), una ventina di anni prima degli affreschi dipinti da Floriano Ferramola (1480 ca- 1528) nel Coro delle Monache della Chiesa del Monastero di Santa Giulia di Brescia, titolare della cappellania e proprietario di beni fondiari a Paitone.

Coro delle Monache, Monastero di Santa Giulia - Brescia 


Le Madonne in trono sono raffigurate come eleganti e sobrie signore sedute in trono, il divino Bambino è ciò che le differenzia. Riquadro inferiore sinistro. Gesù benedicente siede sulla coscia materna destra, la mano sinistra del bambino poggia sul suo ginocchio sinistro; la Madonna è incoronata, il volto leggermente reclinato verso destra, indossa una tunica rossa ed un manto oro. Questo è l'affresco più rovinato.

Madonna in trono col Bambin Gesù, registro inferiore lato sinistro
Riquadro superiore sinistro. Gesù, vestito di una corta tunica bianca fermata in vita da una cintura dorata, è addormentato prono sulle gambe della madre, con le mani incrociate sotto il capo e la piccola gamba destra piegata e incrociata sulla sinistra, un particolare intriso di realismo; la Madre con la mano sinistra accarezza la testa del Figlio, mentre con la destra sorregge un libro; la Madonna ha il volto girato verso sinistra, veste un abito rosso ed un manto azzurro e verde all’interno, fermato da un fermaglio a forma di fiore a sei petali bianchi, indossa una candida corta cuffia, da cui si intravedono i capelli.
Madonna in trono col Bambin Gesù, registro superiore lato sinistro
Riquadro superiore destro. Gesù è seduto sulla coscia destra di Maria, al collo porta una collana di corallo rosso, con la sinistra regge un cardellino, mentre appoggia la mano destra sul proprio ginocchio destro, nell'aureola è iscritta la croce; la Madonna ha il volto leggermente girato verso destra, indossa un abito rosso scuro coperto da un manto esternamente scuro (blu o nero) e internamente verde, bordato d’oro.
Madonna in trono col Bambin Gesù, registro superiore lato destro
Riquadro inferiore destro. Gesù sta in piedi sulla coscia sinistra della madre, il Bimbo, assai rovinato, sembra nudo, tiene con la sua destra la destra della Madonna che si presume con la mano sinistra sorregga il Figlio; la Madonna indossa un abito scuro ed un manto rosso, con l’interno bianco, pure bianco è il velo che scende fin sulle spalle, mentre capelli biondo scuro delineano il bel volto, l'unico dipinto frontalmente.

Madonna in trono col Bambin Gesù, registro inferiore lato destro
Tra le due Madonne del registro superiore sono raffigurati tre santi, riconoscibili per i particolari che li contraddistinguono. San Bernardo indossa il candido abito dei cistercensi, con la destra benedice e con la sinistra regge il pastorale abbaziale, mentre un piccolo demone sta ai suoi piedi sulla sinistra che lo guarda.
San Bernardo da Clairvaux
Santa Giulia incoronata occupa la posizione centrale che le spetta quale titolare della Chiesa, con la destra regge la croce, strumento del suo martirio, mentre con la sinistra tiene il lembo del rosso mantello bordato d’oro ed il libro dei Vangeli.
Santa Giulia
Sant’Antonio abate ha l’abito scuro dei monaci, con la mano destra benedice e a questo polso è appeso il classico campanello che ne consente l'identificazione, mentre con la sinistra regge il pastorale quale padre di tutti i monaci cristiani; l'affresco è privo del volto e dei piedi.
Sant'Antonio abate

venerdì 16 dicembre 2016

Il sorprendente ritrovamento degli affreschi nella ex Chiesa di Santa Giulia in Paitone

Trentadue anni or sono, sotto il pontificato di san Giovani Paolo II (1920-2005), durante l'episcopato bresciano di mons. Bruno Foresti (1983-98), mentre era parroco di Paitone don Angelo Treccani (1979-93), inaspettatamente tornarono alla luce gli affreschi del presbiterio della ex Chiesa di santa Giulia in Paitone. Tale Chiesa era stata abbattuta quasi del tutto nei primi due decenni del XIX secolo: nel 1802 venne abbattuta la torre campanaria e nel 1822 anche la Chiesa venne atterrata, ad eccezione del presbiterio e della sagrestia, inglobate entrambe nella Canonica. Presumo che ciò avvenne dopo aver ricoperto gli affreschi che così da un lato vennero preservati, ma dall'altro furono dimenticati. Pian piano se ne perse la memoria, tanto che nessuna notizia sull'esistenza di affreschi nella Canonica era stata conservata dalla tradizione orale del paese. Finché, verso la fine dell'inverno 1984, per uno di quei casi fortuiti da cui la vita umana è segnata, furono ritrovati.

Prima di narrare come avvenne la loro invenzione, descrivo per sommi capi la situazione architettonica. Quella che era stata la Sagrestia, nel tempo era diventata lo studio del parroco. Il Presbiterio era divenuto una stanza a servizio delle attività pastorali: aula di catechismo, prove di canto, deposito del materiale e segreteria. Rispetto alle quattro porte attuali, la stanza aveva due soli ingressi conosciuti, l'uno di fronte all'altro, la porta esterna, dove ora c'è la finestra, dava sul cortile che separa la Canonica dalla novecentesca Cappella del Sacro Cuore, la porta interna apre sul corridoio della Canonica. La porta che collega lo studio del parroco alla stanza era stata trasformata in un armadio a muro: l'attuale porta era celata da un sottile strato di malta e svariate mani di pittura. Lo sporco per l'uso e quella muffa che si forma nei vecchi edifici poco areati, aveva reso necessario rinfrescare la stanza. Dopo averla svuotata da tutti gli arredi (armonium, seggiole, tavolo, armadio e stampe) si iniziò a raschiare la superficie delle pareti, prima di stuccare e stendere alcune mani di bianco. Mentre stavamo raschiando la parete meridionale, quella che la separa dallo studio del parroco, riapparve l'elegante e semplice cornice che decora la nicchia.


Nicchia parete meridionale
La grande sorpresa divenne presto uno stimolo a cercare altri affreschi, pungolati da don Angelo che da rabdomante qual'è, sosteneva di sentire delle figure che lo guardavano. Così, facemmo alcuni sondaggi sulla parete settentrionale e venne alla luce santa Giulia, poi altri sondaggi sulla parete orientale e scoprimmo la Madonna in trono col bambino Gesù addormentato. Solo allora, la prudenza riprese il sopravvento e ci fermammo, per avvisare la Sovraintendenza delle Belle Arti e lasciar fare agli esperti, onde non rischiare di rovinare lo splendore che andava comparendo. L'intervento magistrale della dott. Anna Massardi, esperta restauratrice, portò alla luce e restaurò i seguenti affreschi: sulla parete orientata al sole che sorge quattro Madonne in trono col bambin Gesù, San Bernardo, Santa Giulia e sant'Antonio abate, sulla parete settentrionale una santa Giulia e due nicchie, sulla parete meridionale la nicchia decorata da una cornice.
Santa Giulia, parete settentrionale

venerdì 29 luglio 2016

IL DIALOGO BASTA PER SALVARSI DAL JIHAD?

Il 26 luglio 2016 veniva ucciso da due terroristi islamici francesi dell'ISIS, padre Jacques Hamel di anni 86, prete della diocesi di Rouen, mentre celebrava la santa Messa nella Chiesa di Saint-Étienne-du-Rouvray.
padre Jacques Hamel 1930-2016
No, il dialogo non basta, è uno strumento palesemente inadatto per difendersi dal jihad, il dialogo, infatti, presuppone un logos comune, la ragione umana, e il reciproco rispetto. Temi su cui papa Benedetto XVI invitava a riflettere nel profetico discorso di Ratisbona, che costò la vita ad alcuni cristiani e la clandestinità al professor Redecker.


professor Robert Redeker
I martiri, nuovi o antichi, non può salvarli l’uomo, perché sono salvati dal Signore Dio, il garante (Redentore, Go’el) della loro salvezza eterna da questo mondo corrotto che li ha uccisi o li ha lasciati uccidere senza muovere un dito, senza dire una parola vera.

Essi sono stati uccisi direttamente dai loro assassini. Sono stati uccisi indirettamente dal peccato di omissione di chi poteva fare qualcosa per salvarli e ha scelto di non farlo, da chi poteva e doveva dire qualcosa e ha scelto di tacere.

I martiri sono stati traditi ancora una volta dopo il loro martirio, da coloro che di fronte alla loro testimonianza della verità, dicono falsità, ipocrisie, o balbettano scuse non richieste e inopportune. Il primo dovere nei riguardi dei martiri è dire la verità, chiamare le cose con il loro nome, smetterla con il linguaggio politicamente corretto di chi nega le evidenze, anche se chierico. I martiri sono stati uccisi in odio della loro fede cristiana. Sono stati uccisi da terroristi islamici. Questo è più che sufficiente per poter dire che siamo trascinati nostro malgrado in una guerra di religione.

Anche nell’Ospedale da campo penso sia necessario fare una diagnosi corretta e vera perché da essa dipende l’efficacia della cura, altrimenti il ferito perirà per l’imperizia del curante: il medico pietoso fa il malato gangrenoso, sempre e comunque.

papa Bergoglio

Le parole dette da papa Bergoglio sull’aereo per Cracovia, rendono manifesta la rimozione, una reazione di rifiuto della realtà, ben nota al mondo sanitario, ma che non modifica la cruda realtà della malattia. La rimozione esprime il desiderio di bene e di vita ed il rifiuto della drammatica realtà del peccato originale.

Da decenni siamo, nostro malgrado, in una guerra di religione. Lo siamo volenti o nolenti. Per essere dentro una guerra è sufficiente che qualcuno dichiari e pratichi la guerra, non è necessario essere concordi nel farla. E questa è evidentemente una guerra di religione e non economica, perché chi la pratica lo fa per motivi religiosi: combattere il jihad, eseguire il Corano, dare gloria al loro Allah.

21 martiri copti sgozzati in Libia dall'ISIS
Saranno motivi erronei finché si vuole, ma chi può giudicare le altrui intenzioni chiaramente dichiarate? Le religioni non sono solo sublimi, stupende e sacre, possono anche essere tremende, orrende e sbagliate. Bisognose di correzione, le religioni, non solo i religiosi.

Ma una volta che la guerra è iniziata, non è più il tempo della discussione accademica, del sofisma e dei distinguo, ci sono solo due opzioni: difendersi o sottomettersi, provare a vincere la guerra o averla già persa. Ed io spero di vincerla.


martedì 19 luglio 2016

Riflessioni sulla BrExit

Scheda Referendum 23 giugno 2016
I fatti
Il 23 giugno nel Regno Unito si è svolto il Referendum consultivo sulla Brexit, neologismo dato dall’unione di due parole: BRitain + EXIT. La domanda posta agli elettori era: “Il Regno Unito dovrebbe restare un membro dell'Unione Europea o dovrebbe lasciare l'Unione Europea?” Le due risposte previste erano: “Remain” (= rimanere) o “Leave” (= lasciare).
Ha vinto il LEAVE 52 a 48.
Risultati Referendum 23 giugno 2016
Riflessioni sul Referendum
1.      Trovo giusto consultare i propri elettori su questi temi e soprattutto rispettarne la volontà quale che sia, ben sapendo che la ragione non sta solo da una parte, poiché entrambe le posizioni hanno ottime ragioni. I cittadini del Regno Unito son capaci di confrontarsi duramente tra avversari politici, pur restando vincolati dalla fedeltà al proprio Paese.
2.      Agli euroscettici che hanno l’onore di aver vinto, spetta ora onere di negoziare l’uscita dalla UE. Mentre agli europeisti sconfitti devono rimboccarsi le maniche per far vincere democraticamente la propria opinione per rientrare nella UE.
3.      Questo referendum è solo consultivo e giuridicamente non è vincolante, infatti, il verbo della domanda referendaria è condizionale: “dovrebbe…” e non l’indicativo “deve”. Certamente i politici britannici sanno rispettare e far rispettare la volontà dei propri popoli, anche interpretandola per difendere l’interesse del Regno Unito. Su questo si basa la fiducia che Inglesi, Gallesi, Scozzesi e Irlandesi del Nord hanno nelle loro istituzioni politiche e nei loro politici.

Seduta della Camera dei Comuni - Westminster
Le conseguenze immediate della Brexit
1.      Rinnovo della leadership politica interna. Il primo ministro conservatore, David Cameron, si è dimesso ed è stato sostituito da Theresa May. Il capo dell’opposizione laburista, Jeremy Corbin, è stato sfiduciato dai parlamentari laburisti, ma non vuole mollare, forse perché in cuor suo è soddisfatto del risultato, ma sarà sostituto non appena un pretendente si porrà a capo della fronda maggioritaria. Il capo del partito per l’indipendenza del Regno Unito (UKIP), Nigel Farage, si è dimesso avendo raggiunto il suo obiettivo politico.
2.      Crisi economica. Le borse europee e mondiali hanno bruciato miliardi di capitalizzazione. La sterlina è crollata ai minimi storici. Sembra che migliaia di Aziende sposteranno le loro sedi da Londra in paesi della UE.
3.      Crisi del progetto europeista. La UE, stralunata per il ceffone ricevuto, non sa che pesci pigliare, non avendo un piano B; per ora minaccia una separazione dolorosa, facendo la voce grossa per impaurire i Popoli europei tentati dall’uscita (Paesi Bassi, Francia, Austria), peggiorando la grave crisi politica in cui versa da tempo.


Nigel Farage & Boris Johnson - David Cameron & Jeremy Corbyn
Riflessioni sulla vittoria della BrExit
1.      Riflettere è necessarie soprattutto per noi Italiani, da sempre infatuati dall’Europa ed europeisti ad oltranza e in modo acritico. Riflettere per valutare pro e contro di entrambe le opzioni e smascherare l’inconsistenza degli slogan ripetuti da entrambi gli schieramenti.
2.      La sberla alla UE è stata sonora e per me salutare, ma non credo che la UE sappia farne tesoro, chiusa com’è nella convinzione di essere dalla parte giusta della storia e che il progetto europeista sia una sorta di destino ineluttabile. Non è così. Non è detto che la storia sia destinata comunque al meglio. La lunga guerra civile europea (1914-45) lo dimostra.
3.      Sarebbe, invece, necessario che la UE facesse un severo esame di coscienza, una sana autocritica per poter correggere i propri errori che allontanano i Popoli europei dal progetto politico europeista, proprio per la sua importanza.



Ecco quelli che ritengo errori della UE
1.      Crisi etico-spirituale
a.       Non aver voluto riconoscere tra le proprie radici storico-culturali il contributo essenziale e ancora vitale del cristianesimo. Gravissimo errore se si considera che l’Europa esiste solo come realtà culturale, plasmata dal cristianesimo, mentre geograficamente non è, essendo solo l’appendice occidentale dell’Eurasia.
b.      Aver sostituito l’amore ed il rispetto per la propria identità culturale, con un multiculturalismo vuoto e con l’insulsa neolingua dettata dal politicamente corretto. Questa crisi d’identità rivela la debolezza etico-spirituale europea, incapace di integrare i milioni di migranti extraeuropei di cui i principali paesi europei necessitano per la tragica crisi demografica che li colpisce (Germania, Italia, Francia, Spagna).
c.       Non riconosce come uno dei problemi principali la gravissima crisi demografica europea: capovolgimento della piramide demografica; riduzione del tasso di fecondità sotto il minimo di mantenimento pari a 2,1 figli per donna in età fertile; siamo popoli vecchi e di vecchi e come tali il nostro destino, ahimè, è quello del vecchio: morire. Ma si può accettare di morire se si hanno buoni motivi per vivere. E questo manca ai popoli europei: non sappiamo più perché vivere.
d.      La UE si è ridotta a mastodonte burocratico, privo di legami politici coi Popoli europei, dove comanda il più forte in barba alle regole comuni. Bruxelles tratta i Popoli europei come dei minorenni maleducati che devono approvare ciò che la UE ha deciso, oppure subire decisioni in contrasto con la propria cultura e identità. Alcuni esempi. Nel 1992 i Danesi hanno bocciato il Trattato di Maastricht (51 a 49), per venir piegati nel 1993. Nel 2008 gli Irlandesi hanno bocciato il Trattato di Lisbona (53 a 47), ma l’anno dopo sono stati piegati. Nel 2003 le sanzioni previste per chi supera il rapporto deficit/PIL del 3% per due anni consecutivi non sono state applicate ne alla Germania, ne alla Francia. La Germania dal 2002 ha un surplus commerciale, cioè esporta più di quello che importa, violando la regola europea che prevede surplus max del 6% in un triennio. La lezione è chiara: la UE è dura coi piccoli paesi (Grecia, Irlanda, Danimarca, Portogallo, Spagna, Cipro) e debole coi forti (Germania, Francia) che comandano.


Cristianofobia europea
2.      Materialismo economico
a.       L’economia è importante, ma non è tutto. L’economia è tutto per i due gemelli siamesi del XIX-XX, il Marxismo ed il Capitalismo. I soldi sono necessari, ma solo se si hanno dei buoni motivi per usarli, altrimenti si è usati dal denaro. La UE ha ridotto il progetto europeista al solo aspetto economico e nemmeno in modo completo, mancando l’unione bancaria (osteggiata da Berlino) e fiscale (osteggiata da molti paesi). L’unione economica senza unione politica e culturale può funzionare solo in periodi di crescita economica, ma non in periodi di grave crisi economica, quando bisogna mettere mano al portafoglio per aiutarsi in nome dei valori di identità comune e solidarietà.
b.      Dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989, la Germania Federale guidata da Helmut Kohl ottenne l’assenso del presidente francese Mitterand alla riunificazione tedesca, a patto di rinunciare all’indipendenza monetaria del Marco per l’unione monetaria dell’Euro, e così vincolare la Germania all’Europa. Ma ciò avvenne senza quei vincoli politico-istituzionali proposti da Jacques Delors, allora presidente della Commissione Europea e bocciati dalla UE, allora formata da 12 Paesi, e poi irrimediabilmente ingolfata dall’allargamento a 25 Paesi del 2004, promosso da Romano Prodi.
c.       Nel 2011 è esplosa la crisi greca di cui sono responsabili i politici greci e le banche europee, ma il conto salato lo sta pagando solo il popolo Greco. I politici greci hanno illuso i propri cittadini di poter vivere al di sopra delle proprie possibilità, e hanno pure imbrogliato i partner della UE con numeri falsi sul proprio bilancio. Le banche europee, le più esposte erano francesi e tedesche, hanno concesso prestiti senza valutare correttamente la solvibilità del debitore e senza ottenere adeguate garanzie. Anziché essere duramente sanzionate dal mercato e dagli organi di vigilanza, state graziate dai rispettivi Governi nazionali perché troppo grosse per fallire che hanno acquistato i crediti concessi alla Grecia.

3.      Mancanza di Una Politica Estera Comune e di una Difesa Comune
a.       Il terzo pilastro della UE, la Politica Estera e di Sicurezza Comune (PECS) è un fallimento che rasenta il ridicolo, quando la UE viene rappresentata non da un solo rappresentante, bensì dai 3 presidenti + 1 (Commissione, Consiglio e Parlamento + mister PECS). Cosicché a livello internazionale non c’è la voce della UE, nonostante i 3+1, ma la voce e gli interessi dei quattro maggiori paesi europei, Francia e Regno Unito, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Germania e Italia membri del G7/G8.
b.      Non ha saputo favorire la pacifica dissoluzione della Federazione Yugoslava, ma con il precipitoso riconoscimento diplomatico di Slovenia e Croazia da parte della Germania, ha invece favorito il risveglio dei demoni nazionalisti nei Balcani. Di fronte alla pulizia etnica di tutti contro tutti, la UE non è stata capace di intervenire con la forza per imporre tregua e pace. Ha favorito e approvato la modifica unilaterale dei confini di uno stato sovrano, la Serbia, privata del Kosovo, grave precedente che giustifica l’annessione della Crimea alla Russia. Non ha saputo coinvolgere in una partnership la Russia, contro la quale è impantanata in reciproche sanzioni economiche, in seguito alla mala gestione della questione ucraina.


I 3 Presidenti della UE + Mrs. PECS:
Jean-Claude Juncker, Martin Schulz, Donald Tusk, Federica Mogherini
Conclusioni
Non credo che la UE sia in grado di uscire dalla crisi in cui versa da decenni e che la BrExit ha solo reso palese. Non lo credo perché mancano leader politici all'altezza della situazione. Manca una valutazione sobria e condivisa della realtà, che sappia coniugare realismo e profezia.
Non lo crede più nemmeno la Chiesa Cattolica che con il pontificato Bergoglio, il papa preso dalla fine del mondo, ha abbandonato il rapporto privilegiato con l'Europa, da lei partorita, per andare verso le periferie del mondo e dedicare le proprie energie alle Chiese emergenti dell'Africa, dell'Asia, dell'Oceania e forse delle Americhe.
L'Europa o riscopre la propria identità radicata nel cristianesimo, e sostanziata nel dialogo tra Bibbia e Filosofia, tra Fede e Ragione, tra Gerusalemme, Atene e Roma, oppure è spacciata, finita. Questa è stata la visione profetica di san Giovanni Paolo II e l'insegnamento di Benedetto XVI. Ma appunto, fu.

lunedì 11 luglio 2016

SEGNI DEI TEMPI

I farisei e i sadducei si avvicinarono per metterlo alla prova e gli chiesero che mostrasse loro un segno dal cielo. Ma egli rispose loro: "Quando si fa sera, voi dite: "Bel tempo, perché il cielo rosseggia"; e al mattino: "Oggi burrasca, perché il cielo è rosso cupo". Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi? Una generazione malvagia e adultera pretende un segno! Ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona". Li lasciò e se ne andò. (Mt 16,1-4)

"Sapete dunque interpretare l'aspetto del cielo e non siete capaci di interpretare i segni dei tempi?"
Dunque, questa è la domanda in cui Gesù nomina i segni dei tempi. Cosa intendeva il nostro amato salvatore con tale formula? Egli aveva già compiuto segni e prodigi che confermavano la sua parola e i suoi insegnamenti, azioni e parole erano coerenti tra loro nel testimoniare che lui era il Messia, il Figlio di Dio, il Benedetto. E ancora c'è chi gli chiede un segno celeste. Allora, oggi e sempre egli ironizza, mettendo in luce la contraddizione tra la capacità universale dell'uomo di giudicare l'aspetto del cielo, ovvero la capacità umana di distinguere il vero dal falso, il giusto dall'ingiusto, il bene dal male e la richiesta alla Luce di altra luce, al Segno di Dio di un'altro segno celeste. Questa è la cecità di chi pretende di vedere e perciò il suo peccato rimane nella presunzione di vedere (Gv 9).
I Segni permettono di riconoscere i Tempi, tra loro qualitativamente diversi per la presenza efficace del Messia. A questa novità si riferisce la dichiarazione iniziale di Gesù: "Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel vangelo" (Mc 1,15). Il tempo è compiuto perché Dio Padre ha deciso essere giunto il momento di inviare il suo Messia.
Segni dei tempi non sono le cose che gli uomini sognano, nemmeno ciò che vuole il mondo, ma solo e soltanto ciò che Dio ha deciso quale Signore della storia.

Ecco quali segni dei tempi io vedo.
Alcuni sono buoni segni, altri no.

1. apparizioni di Maria
Negli ultimi 100 anni sono numerose e chiedono sempre preghiera e digiuno, penitenza e riparazione. Purtroppo devo constatare che molti uomini di chiesa, riguardo alle mariofanie, disprezzano le profezie e spengono lo Spirito con grave danno per sé e per la chiesa, piuttosto che vagliare ogni cosa, onde tenere ciò che è buono, secondo quanto prescrive san Paolo (1Tess 5,19-21).

2. apostasia dell'Europa
L'Europa sta rinnegando le sue radici cristiane. Estirpare le proprie radici non è mai una scelta oculata, perché è dalle radici che sale la linfa vitale. Iniziata dalle elitè intellettuali, ora questo rifiuto della propria identità, esplicito o silenzioso, pervade ogni strato sociale e costituisce un nuovo ethos sociale proprio dell'epoca post-cristiana.

3. crisi demografica europea
Iniziata alla fine degli anni settanta è l'esito logico e necessario del segno dei tempi precedente: recise le radici, l'albero di secca. Gli europei non sanno più perché vivere e perciò non fanno più figli. Siamo una società che lentamente, ma nemmeno troppo, sta suicidandosi, perché siamo stati nutriti e ci siamo nutriti di odio sui,  odio di se stessi e se non ci si ama, non si ama il prossimo: il figlio, il marito/moglie, il fratello/sorella, il padre e la madre.

4. caduta incruenta del muro di Berlino 
Il comunismo è scomparso dall'Europa, dove era nato. Scomparso senza spargimento di sangue. Plurali le cause della caduta, ma tra di esse la chiarezza etico-spirituale, la lucidità culturale di san Giovanni Paolo II che sempre ha chiamato bene il bene e male il male, insegnando ai suoi contemporanei ed in particolare agli europei sottomessi alla dittatura del proletariato, che la coscienza umana non può essere incatenata con la forza ed è liberata dalla verità sull'uomo rivelata in Cristo.

5. martiri cristiani
Siamo entrati in una nuova epoca dei martiri. Essi ci sono sempre stati lungo tutti i venti secoli del cristianesimo, ma nel XX e XXI secolo il martirio cristiano è cresciuto a dismisura. In modo frontale e cruento uccidono i cristiani perché tali i regimi comunisti extra-europei e i regimi islamici; in modo subdolo e dalle false apparenze democratiche perseguitano i cristiani i regimi liberal-democratici post-cristiani.

6. sete di Dio dei contemporanei
I contemporanei hanno una enorme sete di Dio. Ma non trovano sorgenti cui abbeverarsi perché una cattiva teologia, dovuta ad una cattiva spiritualità ha avvelenato il quaerere Deum. Da un lato i pastori delle chiese si sono buttati nel sociale, annegando il Vangelo di Dio nella sola lotta contro le ingiustizie. Dall'altro il razionalismo teologico si è perso nella sua pretesa scientificità, perdendo il legame vivo con l'unico suo oggetto, Dio. Solo chi ha incontrato veramente il Dio vivo e vero, può parlare di lui:

L'anno di grazia 1654,

Lunedí, 23 novembre, giorno di san Clemente papa e martire e di altri nel martirologio,
Vigilia di san Crisogono martire e di altri,
Dalle dieci e mezzo circa di sera sino a circa mezzanotte e mezzo,

Fuoco.

Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, non dei filosofi e dei sapienti.
Certezza, Certezza. Sentimento. Gioia. Pace.
Dio di Gesú Cristo.
Deum meum et Deum vestrum.
“Il tuo Dio sarà il mio Dio”.
Oblio del mondo e di tutto, fuorché di Dio.
Lo si trova soltanto per le vie insegnate dal Vangelo.
Grandezza dell'anima umana.
“Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto”.
Ch'io non debba essere separato da lui in eterno.
Gioia, gioia, gioia, pianti di gioia.
Mi sono separato da lui.
Dereliquerunt me fontes aquae vivae.
“Mio Dio, mi abbandonerai?”.
“Questa è la vita eterna, che essi ti riconoscano solo vero Dio e colui che hai inviato: Gesú Cristo”.

Gesú Cristo.
Gesú Cristo.

Mi sono separato da lui; l'ho fuggito, rinnegato, crocifisso.
Che non debba mai esserne separato.
Lo si conserva soltanto per le vie insegnate dal Vangelo.
Rinuncia totale e dolce.

Sottomissione intera a Gesú Cristo e al mio direttore.
In gioia per l'eternità per un giorno di esercizio
sulla terra.

Non obliviscar sermones tuos. Amen.

Memoriale di Pascal

venerdì 4 marzo 2016

CONTRO LA NUOVA SCHIAVITU

Roma Circo Massimo, 30 gennaio 2016. Per la prima volta sono sceso a Roma per partecipare ad una manifestazione nazionale. Sono orgoglioso che la mia prima volta sia stato per il Family Day. Lunghi i viaggi di andata e ritorno, con troppe fermate. Commovente la partecipazione alla manifestazione contro il ddl Cirinnà, disegno di legge che sta introducendo nella legislazione italiana le "Unioni civili". Mi sono commoso non per l'imponente partecipazione popolare: non so quanti eravamo e sinceramente non mi interessa, l'enorme Circo Massimo era pieno. Mi sono commoso perchè abbiamo scritto la storia d'Italia, difendendo il diritto di ciascuno di avere un papà ed una mamma, difendendo il diritto di ogni uomo di sapere chi è, conoscendo la propria origine carnale. E ciò con il solo potere della coscienza che riconosce la verità e la proclama, avendo contro le multinazionali che vogliono omologare tutti gli esseri umani, riducendoci a consumatori e a merce di scambio, con i media intenti a plasmare la lingua del mondo nuovo, ove abita l'uomo fattosi dio.

Family Day 30 gennaio 2016 Circo Massimo Roma
Il motivo che mi ha spinto a scendere in piazza è quello di dire NO, un no tondo e chiaro. NO all'adulterazione del matrimonio prodotta dal cosiddetto matrimonio omosex, poichè l'unico matrimonio è quello tra un uomo ed una donna, ove l'uomo diventa sposo e la donna sposa. NO all'aulterazione della famiglia prodotta dalla cosiddetta famiglia omosex, perché l'unica realtà sociale feconda è quando si incontrano la mervigliosa differenza, anche sessuale, poiché solo grazie ai figli la moglie diventa madre ed il marito padre. NO all'adozione dei figli da parte delle coppie omosex, perché ciò legittimerebbe i frutti dell'utero in affitto. Non è sufficiente, infatti, proclamare che in Italia l'utero in affitto è già vietato e promettere che resterà tale, basta avere un bel po' di soldi, andare in quei pochi paesi in cui è consentita la produzione e la commercializzazione dei bambini, tornare in Italia con ciò che si è comprato (un bambino!) e poi chiedere che venga riconosciuto dalla società e dalla legge come proprio figlio. Dove è la differenza con la schiavitù?

Copertina di Charlie Hebdo dedicata alla Gravidanza Per Altri (GPA)
Alcune sparse riflessioni
Ogni NO può essere trasformato in un sì detto al contrario di ciò cui si dice no, ma così facendo ci si illude di avere un denominatore comune con tutti, quando invece non c'è che differenza. Ci si illude che non vi siano nemici, trastullandosi con la pia illusione di essere solo a favore e mai contro. Anche le cento piazzette che il 23 gennaio 2016 hanno manifestato a favore della Cirinnà, hanno detto sì alla famiglia. Un'idea di famiglia adulterata, dove ci sono due padri o due madri, dove ci sono due mariti o due mogli, alla quale bisogna opporre un NO, pacato e fermo. Perché è una idea di famiglia priva di legami con la cruda realtà dei fatti biologici: basta chiedere ad una contadina se i pulcini possono nascere da due galline, oppure, al rustico madriano se due stalloni possono generare un puledro. Questo è materialismo realista, riconoscibile col semplice buon senso. Bisogna dire un NO fermo e pacato all'idea adulterata di famiglia omosex, perché è mera espressione del desiderio, un desiderio delirante di onnipotenza.

Ho preso la decisione definitiva di partecipare al Family Day, dopo aver visto le manovre fatte da una parte della gerarchia ecclesiastica contro il Family Day, nel tentativo di affossarlo o silenziarlo. Interventi politicanti di alcuni vescovi che contraddicono sia l'insegnamento del Concilio Vaticano II, per il quale spetta ai laici cattolici la responsabilità di scegliere la politica che la loro coscienza rettamente formata reputa migliore, sia gli ordini di papa Francesco alla Chiesa italiana, comunicati al Convegno ecclesiale di Firenze: no a vescovi guide politiche, sì a vescovi pastori. Bene, speriamo che alle parole seguano i fatti. Nell'attesa mi domando se ciò valga per tutte le questioni politiche o solo per alcune? Nella prima ipotesi, ovvero su tutte le questioni politiche i vescovi, proprio per essere pastori e non guide, tacciono, non rischiano di rinchiudersi nelle sagrestie, finendo per ammuffire d'incenso più che puzzare di pecore, il profumo auspicato dal vescovo di Roma per tutti i pastori? Nella seconda ipotesi, ovvero se vale solo per alcune questioni politiche, chi decide quali siano i temi meritevoli di un intervento della gerarchia ecclesiastica e in base a quali criteri? L'ecologismo? La giustizia sociale? La bioetica? La domanda rivolta dallo scriba a Gesù: "Qual'è il primo di tutti i comandamenti?" (Mc 12,28) rivela che è necessario mettere ordine e riconoscere tra i diversi valori e principi presenti nell'agone politico, una gerarchia. Tra tutte le questioni politiche odierne, qual'è la prima? La formula dei "principi non negoziabili", che pare già passata di moda, indica una priorità sulla quale possono convergere credenti e non credenti, perché si fonda sulla comune ragione umana, facoltà capace di discernere il bene ed il male.


Il nome inventato dal legislatore "Unioni civili" è una formula degna del Ministero della Verità di orwelliana memoria; serve per indicare il cosiddetto matrimonio omosex, senza il coraggio di dirlo a chiare lettere, bensì con l'arroganza condita d'ipocrisia, facendolo in modo subdolo. Cosa vuol dire l'aggettivo "civile" che il legislatore attribuisce a queste unioni? Significa che solo le unioni omosex sono civili, mentre tutte le altre sono incivili? Ovvero, civile si riferisce al fatto che l'unione di due uomini o di due donne, sarà dichiarata dagli ufficiali dello stato civile e non da ministri religiosi? Avrà quindi una validità civilistica, indefinibile oltre il mero sentimento umano, rispetto al quale non si comprende la necessità che venga riconosciuto dalla società e dallo stato, dato che per le sole coppie omosex civilmente unite non è previsto il dovere della fedeltà, perché? Tale diritto all'infedeltà, da un lato contraddice il sentimento d'amore che si vuol riconosciuto e civilmente costituito in unione civile con diritti e doveri, dall'altro discrimina tutte le altre coppie per le quali continua a valere il dovere giusto e salutare della fedeltà. Oppure è l'escamotage per superare il vincolo matematico costituito dalla coppia e aprire cosi alla poligamia/poliandria, un limite che è già stato superato attraverso le sentenze di giudici in Belgio ed in Brasile.


Da decenni il matrimonio è sottoposto ad un bombardamento critico, quotidianamente descritto come luogo di violenza domestica, in cui si consuma l'ipocrisia borghese e su cui poggiano le fondamenta della società repressiva. Al suo posto viene celebrato l'amore libero da ogni vincolo sociale, frutto del desiderio infinito dell'anima umana, disincarnata da ogni legame che la renda stabile e le dia serenità. Il matrimonio è dannato come tomba dell'amore, mentre le coppie devono essere aperte, ovvero infedeli al proprio partner per essere fedeli solo ai propri impulsi; cosicchè ora ci si sposa sempre meno, sia in chiesa che in comune, e si preferisce convivere, liquidità della vita di relazione, ovvero liquidazione delle relazioni. Perché questo desiderio compulsivo di approvazione sociale per i legami omosex? Dov'è finita la lotta della controcultura omosessuale degli anni '70 contro l'omologazione e per affermarsi come alternativa? Cosa nasconde questo bisogno dell'animo umano di molti omosessuali di vedersi approvati dalla società? C'è forse un disagio, un conflitto interiore, una oscura intuizione che qualcosa non vada poi così bene?

Cosa c'è di sinistra nel promuovere pseudodiritti, egoistici e borghesi, di pochi individui ricchi? Come rientra nel cammino verso il progresso solidale della società, l'imbarbarimento del sistema riproduttivo umano, che riduce a mera merce di scambio le donne e i figli? Perché la sinistra ha abbandonato la difesa dei più deboli e si prostituisce al potere economico delle multinazionali? Aveva ragione Augusto Del Noce quando previde che il comunismo si sarebbe ridotto a radicalismo individualistico.

Seduta del 2 febbraio 2016 per l'abolizione universale della maternità surrogata
Infine una bella notizia. Il 2 febbraio 2016 presso l'Assemblea Nazionale di Parigi, si è svolto un incontro per promuovere una Convenzione internazionale che metta al bando la maternità surrogata, cioè la pratica sfruttatrice e schiavista dell'utero in affitto. L'incontro ha riunito responsabili politici, delle associazioni femminili e di difesa dei diritti dell'uomo provenienti da tutta l'Europa,  in vista di mostrare e di combattere l'ingiustizia di una pratica sociale che attenta ai diritti fondamentali dell'uomo. L'incontro è stato promosso e organizzato dal CADAC (Collettivo di Associazioni femministe, Sindacati e Partiti politici francesi), dal CLF (Coordinamento di Associazioni Lesbiche francesi) e dal CoRP (Collettivo per il Rispetto della Perrsona). Invito a leggere i documenti ed eventualmente a firmare la petizione all'indirizzo abolition-gpa.org. Una buona fetta della sinistra, del femminismo e del lesbismo francesi si sono mobilitate contro la pratica schiavista dell'utero in affitto. Non è la Polonia cattolica, o le piccole Slovenia e Croazia che coi referendum popolari hanno cancellato il cosiddetto matrimonio omosex, riconoscendo nelle loro Costituzioni che il matrimonio è tra un uomo ed una donna, é la Francia, laica e libera patria dei diritti dell'uomo. Speriamo che anche l'Italia s'alzi a contrastare questa deriva anti umana, in un movimento mondiale contro la mercificazione della gravidanza e dei figli, per il rispetto e la dignità di ogni persona umana: dei figli, delle madri e dei padri.