domenica 18 dicembre 2016

Gli affreschi della ex Chiesa di santa Giulia in Paitone

Nel Presbiterio della ex Chiesa di santa Giulia in Paitone le pareti affrescate sono due, quella orientale ove sono identificabili sette giornate, e quella settentrionale dove è rimasta una porzione di affresco raffigurante santa Giulia. Gli affreschi della parete orientale sono distribuiti su due registri. In quello inferiore due Madonne in trono col Bambino alle due estremità, nel registro superiore vi sono due Madonne in trono col Bambino sempre alle estremità, al centro da sinistra a destra tre santi così identificati: san Bernardo da Chiaravalle, santa Giulia e sant’Antonio abate. Le quattro Madonne in trono con il Bambino e san Bernardo sono integri, santa Giulia e sant'Antonio abate sono frammentari.


Cornice della Madonna in trono registro inferiore lato sinistro


Nella cornice della Madonna inferiore a sinistra si legge la seguente iscrizione latina: “HOC OPUS FECIT IACOPA UXOR PASQUINI CHIODIS MENSIS APRIL DIE 15 150_”. L’ultima cifra dell’anno è illeggibile, quindi l’affresco risale alla prima decade del XVI secolo (1500-09), una ventina di anni prima degli affreschi dipinti da Floriano Ferramola (1480 ca- 1528) nel Coro delle Monache della Chiesa del Monastero di Santa Giulia di Brescia, titolare della cappellania e proprietario di beni fondiari a Paitone.

Coro delle Monache, Monastero di Santa Giulia - Brescia 


Le Madonne in trono sono raffigurate come eleganti e sobrie signore sedute in trono, il divino Bambino è ciò che le differenzia. Riquadro inferiore sinistro. Gesù benedicente siede sulla coscia materna destra, la mano sinistra del bambino poggia sul suo ginocchio sinistro; la Madonna è incoronata, il volto leggermente reclinato verso destra, indossa una tunica rossa ed un manto oro. Questo è l'affresco più rovinato.

Madonna in trono col Bambin Gesù, registro inferiore lato sinistro
Riquadro superiore sinistro. Gesù, vestito di una corta tunica bianca fermata in vita da una cintura dorata, è addormentato prono sulle gambe della madre, con le mani incrociate sotto il capo e la piccola gamba destra piegata e incrociata sulla sinistra, un particolare intriso di realismo; la Madre con la mano sinistra accarezza la testa del Figlio, mentre con la destra sorregge un libro; la Madonna ha il volto girato verso sinistra, veste un abito rosso ed un manto azzurro e verde all’interno, fermato da un fermaglio a forma di fiore a sei petali bianchi, indossa una candida corta cuffia, da cui si intravedono i capelli.
Madonna in trono col Bambin Gesù, registro superiore lato sinistro
Riquadro superiore destro. Gesù è seduto sulla coscia destra di Maria, al collo porta una collana di corallo rosso, con la sinistra regge un cardellino, mentre appoggia la mano destra sul proprio ginocchio destro, nell'aureola è iscritta la croce; la Madonna ha il volto leggermente girato verso destra, indossa un abito rosso scuro coperto da un manto esternamente scuro (blu o nero) e internamente verde, bordato d’oro.
Madonna in trono col Bambin Gesù, registro superiore lato destro
Riquadro inferiore destro. Gesù sta in piedi sulla coscia sinistra della madre, il Bimbo, assai rovinato, sembra nudo, tiene con la sua destra la destra della Madonna che si presume con la mano sinistra sorregga il Figlio; la Madonna indossa un abito scuro ed un manto rosso, con l’interno bianco, pure bianco è il velo che scende fin sulle spalle, mentre capelli biondo scuro delineano il bel volto, l'unico dipinto frontalmente.

Madonna in trono col Bambin Gesù, registro inferiore lato destro
Tra le due Madonne del registro superiore sono raffigurati tre santi, riconoscibili per i particolari che li contraddistinguono. San Bernardo indossa il candido abito dei cistercensi, con la destra benedice e con la sinistra regge il pastorale abbaziale, mentre un piccolo demone sta ai suoi piedi sulla sinistra che lo guarda.
San Bernardo da Clairvaux
Santa Giulia incoronata occupa la posizione centrale che le spetta quale titolare della Chiesa, con la destra regge la croce, strumento del suo martirio, mentre con la sinistra tiene il lembo del rosso mantello bordato d’oro ed il libro dei Vangeli.
Santa Giulia
Sant’Antonio abate ha l’abito scuro dei monaci, con la mano destra benedice e a questo polso è appeso il classico campanello che ne consente l'identificazione, mentre con la sinistra regge il pastorale quale padre di tutti i monaci cristiani; l'affresco è privo del volto e dei piedi.
Sant'Antonio abate

venerdì 16 dicembre 2016

Il sorprendente ritrovamento degli affreschi nella ex Chiesa di Santa Giulia in Paitone

Trentadue anni or sono, sotto il pontificato di san Giovani Paolo II (1920-2005), durante l'episcopato bresciano di mons. Bruno Foresti (1983-98), mentre era parroco di Paitone don Angelo Treccani (1979-93), inaspettatamente tornarono alla luce gli affreschi del presbiterio della ex Chiesa di santa Giulia in Paitone. Tale Chiesa era stata abbattuta quasi del tutto nei primi due decenni del XIX secolo: nel 1802 venne abbattuta la torre campanaria e nel 1822 anche la Chiesa venne atterrata, ad eccezione del presbiterio e della sagrestia, inglobate entrambe nella Canonica. Presumo che ciò avvenne dopo aver ricoperto gli affreschi che così da un lato vennero preservati, ma dall'altro furono dimenticati. Pian piano se ne perse la memoria, tanto che nessuna notizia sull'esistenza di affreschi nella Canonica era stata conservata dalla tradizione orale del paese. Finché, verso la fine dell'inverno 1984, per uno di quei casi fortuiti da cui la vita umana è segnata, furono ritrovati.

Prima di narrare come avvenne la loro invenzione, descrivo per sommi capi la situazione architettonica. Quella che era stata la Sagrestia, nel tempo era diventata lo studio del parroco. Il Presbiterio era divenuto una stanza a servizio delle attività pastorali: aula di catechismo, prove di canto, deposito del materiale e segreteria. Rispetto alle quattro porte attuali, la stanza aveva due soli ingressi conosciuti, l'uno di fronte all'altro, la porta esterna, dove ora c'è la finestra, dava sul cortile che separa la Canonica dalla novecentesca Cappella del Sacro Cuore, la porta interna apre sul corridoio della Canonica. La porta che collega lo studio del parroco alla stanza era stata trasformata in un armadio a muro: l'attuale porta era celata da un sottile strato di malta e svariate mani di pittura. Lo sporco per l'uso e quella muffa che si forma nei vecchi edifici poco areati, aveva reso necessario rinfrescare la stanza. Dopo averla svuotata da tutti gli arredi (armonium, seggiole, tavolo, armadio e stampe) si iniziò a raschiare la superficie delle pareti, prima di stuccare e stendere alcune mani di bianco. Mentre stavamo raschiando la parete meridionale, quella che la separa dallo studio del parroco, riapparve l'elegante e semplice cornice che decora la nicchia.


Nicchia parete meridionale
La grande sorpresa divenne presto uno stimolo a cercare altri affreschi, pungolati da don Angelo che da rabdomante qual'è, sosteneva di sentire delle figure che lo guardavano. Così, facemmo alcuni sondaggi sulla parete settentrionale e venne alla luce santa Giulia, poi altri sondaggi sulla parete orientale e scoprimmo la Madonna in trono col bambino Gesù addormentato. Solo allora, la prudenza riprese il sopravvento e ci fermammo, per avvisare la Sovraintendenza delle Belle Arti e lasciar fare agli esperti, onde non rischiare di rovinare lo splendore che andava comparendo. L'intervento magistrale della dott. Anna Massardi, esperta restauratrice, portò alla luce e restaurò i seguenti affreschi: sulla parete orientata al sole che sorge quattro Madonne in trono col bambin Gesù, San Bernardo, Santa Giulia e sant'Antonio abate, sulla parete settentrionale una santa Giulia e due nicchie, sulla parete meridionale la nicchia decorata da una cornice.
Santa Giulia, parete settentrionale