Altdorfer Albert, Schöne Maria, Stiftskirche St. Johann, Regensburg |
Ho sempre pensato che i racconti dei primi 11 capitoli della Genesi fossero da intendere come riferiti al passato; il mio passato, in quanto anch'io sono una creatura di Dio e in quanto sono un peccatore incallito.
Ma nonostante il callo del mio peccare, prima creatura poi peccatore, perché questa seconda natura è appunto seconda rispetto alla prima natura di creatura, essa sì indelebile quanto l'essere diventato un peccatore è delebile.
Mia figlia mi ha sorpreso spiegandomi che il peccato è scritto con la biro cancellina... immagine efficace per solleticare la conversione.
Forse il clima spirituale dell'Avvento lungo, forse il clima sociale di crisi o forse una illuminazione, mi han fatto vedere che al centro di Gen 3 non c'è la caduta dell'uomo, bensì il giudizio di Dio. Giudizio che non sta alle nostre spalle, ma davanti al nostro volto, nel nostro futuro prossimo e remoto.
Giudizio di condanna e di salvezza: salvezza del peccatore mediante la condanna del peccato. Ciò è avvenuto in Gesù Cristo, nella sua morte e discesa agli inferi e resurrezione; in vista di ciò la sempre Vergine Maria è stata preservata dal peccato, non per i suoi enormi meriti ma per quelli di suo Figlio, trionfo del "sola gratia".
Andrea da Firenze, Discesa di Cristo agli inferi, Cappella Spagnuolo in S. Maria Novella |
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