L’odore del pulito si diffonde per la casa, quando a
primavera si fanno quelle pulizie rese necessarie dal lungo inverno e rese
possibili dalle giornate che si allungano e viepiù si riscaldano.
Nei giorni di sole, dalle finestre spalancate, entra il profumi dei fiori: i mandorli, le primule, i peschi, i ciliegi. E con gli odori entrano i colori freschi e nuovi, resi più vivaci dalla luce sempre più abbondante che a primavera celebra la vittoria annuale sulla fredda tenebra invernale.
Vita che pulsa nel ventre della terra e freme nei rami ancora spogli degli alberi che giorno dopo giorno sono come ricamati di gemme, foglie e fiori. Fragili come i bambini, delicati come i lattanti nelle cui bocche l’Altissimo ha stabilito la sua forza invincibile.
Nei giorni di sole, dalle finestre spalancate, entra il profumi dei fiori: i mandorli, le primule, i peschi, i ciliegi. E con gli odori entrano i colori freschi e nuovi, resi più vivaci dalla luce sempre più abbondante che a primavera celebra la vittoria annuale sulla fredda tenebra invernale.
Vita che pulsa nel ventre della terra e freme nei rami ancora spogli degli alberi che giorno dopo giorno sono come ricamati di gemme, foglie e fiori. Fragili come i bambini, delicati come i lattanti nelle cui bocche l’Altissimo ha stabilito la sua forza invincibile.
Forza nascosta nella debolezza estrema, proprio come accadde
a Gesù a Pasqua. Nel suo cadavere consegnato alla terra il tesoro è nascosto nel
campo, nella sua anima discesa agli inferi è occultata la perla di grande
valore, nel suo spirito reso al Padre si cela il sacro Graal: è il suo amore
per Dio suo Padre e per gli uomini suoi fratelli, un amore unico e solo per il
Creatore e le creature. Egli disse: “Nessuno
ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv
15,13 ). Lo disse e lo fece, e non solo per i suoi amici, ma ci amò quando
ancora eravamo suoi nemici: “mentre
eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Rom5,8). E se per l’uomo
Gesù dare la vita significò morire, per il Dio Figlio ciò significa vivere e
far vivere, per sempre ed in pienezza, senza ritegno né risparmio: Lui, il Figlio, è la nostra Vita!
Una notte, una delle mie figlie, allora aveva all’incirca nove
anni, mentre andavamo a dormire mi confidò la sua grande paura della morte di
uno di noi e di morire, tutta angosciata e lacrimosa mi chiese: “Cosa succede quando muoio? Dove andrò? Sarò
sola senza la mia famiglia?”.
TINTORETTO, 1579-81 |
Mi sdraiai accanto a lei e abbracciandola le sussurrai che
anch’io avevo paura di morire, ma avevo anche fiducia in Gesù che è risorto dai
morti, in Dio suo e nostro Padre che non ci ha creati per vederci morire ma ci
farà rivivere per stare con Lui e nello Spirito Santo di Dio che è la Vita
eterna.
GIORDANO LUCA, 1665 |
Poi abbiamo pregato insieme una decina del rosario,
osservando come si conclude l’Ave Maria: “Santa
Maria madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra
morte”. Chiediamo alla madonna di essere con noi e per noi nell’ora in cui
moriremo e lei ci sarà, perché c’era quando suo figlio morì e ci affidò a lei:
“Donna, ecco tuo figlio”.
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