Fenice, Bestiario di Aberdeen (XII sec.) |
Il
giorno
uno è opportuno chiedere al "Padre della luce" (Gc 1,17) la luce, prima creatura la cui natura è semplice e trasparente. Luce fisica per gli occhi del corpo, luce metafisica per gli
occhi dell’anima, luce spirituale per lo spirito.
Il cieco nato non vedeva la
luce fisica che allieta i nostri occhi, ma forse proprio grazie alla cecità fisica vedeva l’essenziale, invisibile agli occhi della carne, ma
visibile agli occhi dell’anima e per puro buon senso sa che: “Dio non ascolta i peccatori, ma se uno onora
Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta” (Gv 9,31); la verità è la luce
metafisica visibile all’anima “che
illumina ogni uomo” (Gv 1,9).
La luce della verità non necessità del senso della
vista, come è mostrato dal fatto che anche i ciechi conoscono la verità; il
senso della vista può vedere la luce, ma può pure offuscarla, essendo un senso ambiguo come
tutti i nostri sensi feriti dal peccato, come insegna Gesù: “Se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo
corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà
tenebroso” (Mt 6,22-23).
Dopo la guarigione fisica operata da Gesù, grazie
al buon terreno dell’anima semplice del cieco nato e alla necessità divina che
in lui si manifesti la Gloria di Dio, l’ex cieco nato che oltre la luce metafisica della verità ora vede anche la luce
fisica del sole e può ricevere la rivelazione
definitiva e vedere in Gesù che gli parla il Figlio dell’uomo e adorarlo.
Gesù risorto è la luce spirituale che illumina il nostro spirito con la sua
luce gentile che ci rigenera quali "figli della luce" (Gv 12,36; Ef 5,8).
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