venerdì 18 febbraio 2011

Liturgia... ultima spes/2

L'architetto Fuksas, intervistato da La Stampa il 19 gennaio 2011 in merito alla critica rivolta dal card. Ravasi a gran parte dell'architettura sacra contemporanea nella sua Lectio Magistralis del 17 gennaio 2011 alla Sapienza, senza entrare nel merito della critica ravasiana, rispondeva con una accusa alla Chiesa, tanto falsa quanto ingenerosa:
Devo dire che la Chiesa, a parte l'estetica, dovrebbe occuparsi anche di etica, che in questo momento in Italia mi sembra molto bassa.
Chiara e subdola allusione al caso Berlusconi-Ruby.
Tale reazione scomposta dell'archistar è il tentativo assai infantile di non prendere in considerazione il giudizio che ferisce, cercando di distrarre l'attenzione dell'opinione pubblica con un argomento piccante ma completamente fuori luogo.


Ma tale risposta reattiva dell'archistar, involontariamente getta luce sul suo universo intellettuale, nel quale etica ed estetica sono non tanto distinte quanto scisse, quasi contrapposte.

Viceversa, nell'universo mentale della Bibbia il Bene, oggetto dell'etica, ed il Bello, oggetto dell'estetica, sono uniti, al punto che una sola parola "TOV" significa indistintamente bene e bello.
Tale universo dovrebbe essere almeno conosciuto dai progettisti, soprattutto se archistar, mentre da committenti - alias vescovi - e consulenti - alias liturgisti - dovrebbe essere anche fatto proprio, essendo parte della forma mentis dei credenti.

Cupola della Creazione, Basilica di san Marco, Venezia


TOV è uno degli elementi centrali del primo racconto della creazione: è il Giudizio di Dio su ciascuna delle sue opere presa singolarmente (Gen 1,4.10.12.18.21.25) ed infine su tutte complessivamente:
Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco era cosa molto buona-bella (Gen 1,31).
Le opere create da Dio, secondo il Giudizio del loro Creatore, sono veramente belle e buone.


Questo Giudizio divino rivela la visione che Dio ha di tuttto quel che ha fatto, è scritto infatti: "Dio vide quanto aveva fatto". La rivelazione di questo giudizio divino diventa fondamento della visione - percezione - comprensione che le creature hanno della realtà creata, è scritto infatti: "nella tua luce vediamo la luce" (Sal 36[35],10), rivelazione grazie alla quale abbiamo parte alla visione di Dio. Da ciò sgorgano i due sentimenti primordiali, lo Stupore e la Fiducia, dai quali hanno origine religione, filosofia e arti.
Poichè tutto ciò che esiste è buono, qualsivoglia dualismo è condannato come idea falsa, non vera: zoroastriano, platonico, gnostico, manicheo, cataro, bogomilo.
Dato che tutta la natura creata è bella, essa è il fondamento certo alla creatività umana secondo il comandamento divino primordiale:
Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra (Gen 1,28)
Nel primo Giudizio di Dio etica ed estetica sono una cosa sola e poiché tale giudizio di Dio è rivelato, esso è anche vero. Unità divina dei trascendentali. Purtroppo la storia dell'Occidente è tragicamente segnata dalla separazione dei trascendentali e dalla loro sottomissione alle brame del soggetto senziente, desiderante e pensante. Brame che rivelano il cupo abisso interiore da cui tracimano folle di folli pensieri che lordano la creazione di Dio, ivi compreso il suo vertice insuperabile la coppia umana.

Ora, a ben vedere il card. Ravasi non si limita a criticare duramente i soli edifici di culto contemporanei, ma nell'esprimere il suo giudizio negativo su di essi lo estende anche agli edifici profani, quindi la sua critica è rivolta più precisamente all'architettura contemporanea nel suo insieme. Ciò è evidente fin dal titolo della sua lectio: "Porte aperte tra il tempio e la piazza", titolo che trova il suo senso religioso e cristiano nella terza ed ultima considerazione della lectio, dove citando l'opinione del teologo ortodosso Pavel Evdokimov, il cardinale afferma:
tra la piazza ed il tempio non ci deve essere la porta sbarrata, ma una soglia aperta [...] il vento dello Spirito di Dio deve scorrere tra l'aula sacra e la piazza ove si svolge l'attività umana. Si ritrova, così, l'anima autentica e profonda dell'Incarnazione...
Che la critica ravasiana sia rivolta all'insieme dell'architettura contemporanea è abbastanza palese in questo giudizio, nel quale dopo aver criticato la sordità/opacità di tante chiese:
pensiamo alla "sordità", all'inospitalità, alla dispersione, all'opacità di tante chiese tirate su senza badare alla voce e al silenzio, alla liturgia e all'assemblea, alla visione e all'ascolto, all'ineffabilità e alla comunione.
estende implicitamente tale critica agli edifici profani cui paragona le chiese, unendo nel giudizio di condanna per anti-umanesimo sia gli edifici sacri, sia quelli profani:
Chiese nelle quali ci si trova sperduti come in una sala per congressi, distratti come in un palazzetto dello sport, schiacciati come in uno sferisterio, abbrutiti come in una casa pretenziosa e volgare.
In questa archittetura, come afferma il card. Ravasi, ci si trova sperduti, distratti, schiacciati, abbruttiti, che si tratti di chiese, sale congressi, sferisteri o case. Perché?
Io credo che il giudizio di anti-umanesimo che accomuna tante opere architettoniche contemporanee, sia sacre che profane, abbia la sua radice nell'ateismo contemporaneo, come ha magistralmente mostrato il padre de Lubac, in quella fenomenale diagnosi della nostra epoca che è Il dramma dell'umanesimo ateo.

Tragico e scandaloso non è che gli architetti contemporanei, plasamati da questa cultura atea, creino edifici che programmaticamente postulano l'inesistenza di Dio. Tragico e scandaloso è che il fior fiore della cultura cristiana, liturgisti e vescovi, consulenti e committenti, siano sordi a questa sordità, ciechi all'opacità. Infatti sta scritto: "Lo stolto pensa: Dio non c'è" (Sal 14[13],1), e ancora: "Il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?" (Lc 18,8). La stessa materia creata adoperata per costruire chiese che non sono più templi del Dio vivente, griderà contro questo abuso. Le potenze intellettive di tali costruttori si alzeranno per testimoniare contro di loro, perché hanno innalzato idoli ed i loro santuari.

Nessun commento:

Posta un commento