venerdì 11 febbraio 2011

Kiche 2011/3 Preti sposati vs. sposi ordinati

Nel secondo punto del memorandum Kirche 2011, intitolato Gemeinde - Comunità, gli autori chiedono alla Chiesa Cattolica due cose:
  1. verheiratete Priester - Preti sposati
  2. Frauen im kirchlichen Amt - Donne nel ministero ecclesiale
In questo post mi limito alla prima di codeste proposte tedesche. La sua formulazione è ambigua, infatti, preti sposati significa sia uomini sposati che vengono ordinati preti, sia preti che si sposano. Due situazioni ben diverse tra loro e incompatibili.
Colgo l'occasione per precisare la mia posizione, parzialmente già esposta il 17 gennaio commentando la consacrazione sacerdotale di tre vescovi ex-anglicani sposati da parte del primate cattolico inglese.

I preti non possono sposarsi, mentre gli sposi possono essere ordinati preti.
La successione temporale tra i due sacramenti è essenziale:
  1. Al sacramento dell'Ordine non può seguire quello del Matrimonio
  2. Al sacramento del Matrimonio può seguire quello dell'Ordine
Così è nella Chiesa Cattolica, secondo il rito latino per i soli diaconi, secondo i riti orientali per diaconi e preti, disciplina comune con le Chiese Ortodosse.

Simon Pietro quando venne raggiunto dalla chiamata di Gesù a lasciare le reti per seguirlo, era già sposato tanto che Gesù ne guarì la suocera (sic!) che vive nella casa di Pietro (cfr. Mt 8,14-15 e parr.). Ciò segue alla lettera il dettato di Gen 2,24: "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne". L'uomo, non la donna, lascia i propri genitori per unirsi a sua moglie ed essere uno con lei.

Nessuna autorità può sciogliere ciò che Dio ha unito, l'unità sponsale tra l'uomo e la sua donna è sancita, confermata, difesa, fondata, stabilita, affermata, unita da Dio stesso, in Dio stesso che è Uno e Unico per natura, mentre l'umanità ed il creato sono sotto il segno della dualità, maschio e femmina, cielo e terra, luce e tenebre per essere chiamati a tendere all'unità.
Nemmeno il Figlio di Dio ha mai pensato o fatto qualcosa contro il sacro vincolo del matrimonio. Anzi, ha preso tale unità difficile e avventurosa, bella ancorché faticosa, quale prototipo della sua unione con la Chiesa, sua sposa, sul fondamento dell'unione ipostatica delle sue due nature, volontà ed energie, umane e divine.

Forse, è giunta l'ora che anche la Chiesa cattolica di rito latino ammetta uomini già sposati al sacerdozio seguendo l'esempio di Gesù Cristo che scelse anche Simon Pietro.
Ciò avvenga conservando il divieto assoluto per chi riceve il sacramento dell'Ordine sacro di modificare il proprio stato civile: resti celibe se consacrato da celibe, resti sposato se consacrato sposato restando vedovo, se e quando ciò accadrà.

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