domenica 9 settembre 2012

Apologia della cenere. In morte del card. Martini



Ho letto l'ultima intervista al card. Martini pubblicata sul Corriere, correttamente intitolata "Chiesa indietro di 200 anni". Una grossa delusione per il tono e per i contenuti dell'intervista.
Il tono triste è il tono di quei "profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo", dai quali risolutamente dissentì il beato papa Giovanni XXIII nel discorso per l'apertura del Concilio Vaticano II.
I contenuti, causa ultima della tristezza, ripetono i soliti vecchi propositi pseudo-progressisti di adeguamento della Chiesa al mondo (rifiuto della dimensione istituzionale della Chiesa, rifiuto degli insegnamenti della Humanae Vitae di Paolo VI, rifiuto pratico dell'indissolubilità del matrimonio, rinuncia alla dottrina morale cattolica sulla sessualità perché indigesta ed esigente, riduzione del cristianesimo a spiritualismo disincarnato, alla kantiana voce della coscienza senza il cielo stellato) propositi molto conformistici e ben poco profetici, propositi umani, troppo umani e giudicati dalla domanda di Gesù: "Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che a essere gettato e calpestato dalla gente" (Mt 5,13).

EMIANOPSIA.
Questa è la malattia che emerge dalle risposte del cardinale. Una visione ridotta a metà. Cosicché non vide che tra noi vissero e vivono moltissimi eroi. Si chiamano Paola Bonzi, Marcello Candia, Gianna Beretta Molla, madre Teresa di Calcutta, padre Jerzy Popieluszko, Giovanni Paolo II, Shahbaz Bhatti, Chiara Lubich, mons. Giussani per dire solo alcuni nomi, ma ci sono anche tutti coloro, uomini e donne, che sono fedeli alle promesse battesimali, alle promesse matrimoniali, alle promesse sacerdotali e non per merito proprio ma per la grazia di Dio. E poi quelli che sono rimasti fedeli al dono della vita, al dono del cuore-ragione...
Il cardinale ha una visione così anti-istituzionale, come se le Istituzioni e le Leggi fossero nemici necessari degli eroi! Eppure i martiri della mafia come padre Puglisi, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono stati eroi perché hanno affermato in vita e in morte il valore positivo della Legge umana e delle sue Istituzioni. Se ciò è vero per la società naturale, a maggior ragione lo sarà anche per la società soprannaturale.
Il cardinale vide "nella Chiesa di oggi così tanta cenere sopra la brace che spesso mi assale un senso di impotenza". La cenere, proprio coprendo la brace, la conserva ardente per molte ore. La cenere ha una necessità a suo modo salvifica delle braci. Inoltre, serve a produrre la liscivia per pulire a fondo i panni sporchi, oppure per concimare la terra. Certo sono funzioni umili che la cenere svolge al servizio altrui silenziosamente.
Dopo che il giovane ricco se ne andò, triste, Gesù commentò: "è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno dei cieli"; i discepoli, allora, si domandarono costernati: "Allora, chi può essere salvato?" facendo trasparire tutta la loro impotenza. All'impotenza umana dei suoi discepoli di allora e di oggi, Gesù risponde deciso: "Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile" (Mt 19,25-26). Anche la Chiesa è di Dio, prima che degli uomini, fossero anche apostoli e profeti, e di solito Dio preferisce gli ultimi, i figli della cenere, per purificare la sua Chiesa e convertirla alla sua volontà, non allo spirito del mondo.

 Requiem aeternam dona eis, Domine, et lux perpetua luceat eis.

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