venerdì 8 marzo 2013

Principi non negoziabili

La questione antropologica è antica. Da sempre l’uomo vuole definirsi e cerca una risposta alle domande: Chi è l’uomo? Chi sono io? Sul frontone del tempio di Apollo a Delo stava scritto: Conosci te stesso. La domanda antropologica non è astratta e lontana, ma concreta e vicina, molto più che vicina perché coincide con l'uomo stesso che allo stesso tempo è colui che interroga, il testimone chiamato a rispondere e l'oggetto della domanda.
La domanda antropologica non è introspezione solipststica ma essendo l'uomo l'animale politico (Aristotele) coinvolge la legge che la società si dà. La questione antropologica è questione politica e ciò pone un domanda ulteriore circa la giustizia: La legge umana è sempre giusta? Qualora una legge umana sia ingiusta, le si deve obbedienza? Socrate venne condannato a morte perché un tribunale lo giudicò colpevole: avendo egli insegnato a fare domande, aveva disonorato gli Dei e traviato i giovani. Nell’Antigone Sofocle mise in scena la questione dell’obbedienza alle leggi: Antigone, condannata a morte per aver seppellito suo fratello traditore della patria, giustifica la propria violazione della legge umana appellandosi ad una legge superiore, la legge divina, eterna e non scritta, Legge che risuona nella coscienza di ciascun uomo.


La questione antropologica è nuova sotto la forma dell’emergenza. Un’emergenza dovuta al fatto che le conoscenze scientifiche e le capacità tecnologiche sono cresciute moltissimo, mentre le capacità morali non altrettanto, formando un uomo sproporzionato, con testa grande e grandi mani, ma con un cuore piccolo, piccolo, sgraziato come i Moai dell’isola di Pasqua. Le tecno-scienze hanno il potere di plasmare a proprio piacere la natura delle cose: dagli atomi al patrimonio genetico di piante e animali, uomo compreso. Il potere di strappare alla morte naturale gli esseri umani grazie a tecniche mediche sempre più avanzate, ormai non più orientate alla ricerca di curare le malattie, bensì proiettate alla guarigione definitiva dalla malattia chiamata  morte, alla ricerca dell’immortalità, quali novelli alchimisti alla ricerca della pietra filosofale. Pensavamo di conoscere per intuito l’inizio e la fine della vita umana, una conoscenza universale  e comune a tutti perché tutti fanno esperienza dei vivi e dei morti. Ora, invece, solo pochi iniziati ai misteri scientifici, grazie ad elaborati algoritmi e a tecniche sempre più raffinate, possono decidere quando e come e dove la vita deve iniziare o finire e quali caratteristiche deve avere.


Per rispondere alle domande sollevate dall’emergenza antropologica e per riaffermare il valore unico, universale ed assoluto di ogni essere umano, la Chiesa Cattolica ha recentemente introdotto nel dibattito culturale e politico la nozione di PRINCIPI non NEGOZIABILI. Precisamente questa idea è un insegnamento rivolto a tutti i cattolici, sia i semplici cittadini elettori che i politici da loro eletti; essa è anche una proposta razionale rivolta a tutti gli uomini, sia credenti che non; i principi non negoziabili sono valori che non possono mai diventare oggetto di compromesso politico, ovvero sono NON negoziabili.
I Principi non negoziabili sono tre:

     1. il diritto alla vita, dal suo inizio (concepimento) alla sua fine (morte naturale)
     2. il diritto alla libertà religiosa e di educazione
     3. il diritto alla differenza sessuale tra uomo e donna, i quali nel matrimonio trovano e pongono il fondamento della famiglia

Risulta abbastanza evidente che tali principi si fondano esclusivamente sulla ragione umana ed esprimono la legge naturale, due realtà accessibili a chiunque e valide per ognuno.
Questi tre principi non negoziabile sono tre sì alla vita, alla libertà e alla differenza sessuale; da essi discendono alcune conseguenze logiche e necessarie, come da ogni sì scaturiscono dei no:
    1. rifiuto dell’aborto procurato
    2. rifiuto dell’eutanasia
    3. rifiuto della manipolazione genetica
    4. rifiuto della religione di stato
    5. rifiuto della scuola solo di stato
    6. rifiuto della convivenza
    7. rifiuto del cosiddetto matrimonio omosessuale
    8. rifiuto dell’adozione alle coppie omosessuali

Il mondo contemporaneo imperniato sul primato dell’economia non dovrebbe faticare a comprendere l’esistenza di principi non negoziabili, valori non commerciabili perché senza prezzo e perciò fuori mercato. La società attuale fatica invece ad accettare dei principi NON NEGOZIABILI, ad accettare cioè che qualcosa non possa essere ridotto a merce e quindi sfugga al suo controllo. Non è un deficit di comprensione intellettiva, bensì un deficit di volontà morale.

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