giovedì 27 gennaio 2011

Santi che vorrei/2


Domenico di Michelino, 1465, Firenze Duomo


"Nella illustre schiera dei grandi personaggi, che con la loro fama e la loro gloria hanno onorato il cattolicesimo in tanti settori ma specialmente nelle lettere e nelle belle arti, lasciando immortali frutti del loro ingegno e rendendosi altamente benemeriti della civiltà e della Chiesa, occupa un posto assolutamente particolare Dante Alighieri..."
Con queste parole encomiastiche ha inizio l'enciclica In Praeclara Summorum che Benedetto XV ha dedicato a Dante Alighieri in occasione del sesto centenario della sua morte (1321-1921). Fortuitamente e con mia grande sorpresa ho scoperto questa enciclica minore e ignota ai più, ma che mi permette di formulare il desiderio di vedere l'Alighieri ascendere alla gloria migliore e incorruttibile degli altari con sconsiderata incoscienza.
Non conto infatti sulle mie misere e sgraziate parole, povere di splendore e di verità che adornano invece le parole dantesche, ma mi affido alla magggior sapienza di un Giacomo della Chiesa, in arte papa Benedetto XV, il quale ritenne che il genio universale e padre della lingua del sì, meritasse l'onore di esser fatto oggetto di una intera Lettera Enciclica del Vicario di Cristo, solo perché la sua arte mostra lo splendore della fede cristiana.

Sandro Botticelli, 1480-95, Beatrice e Dante

Reputo, infatti, che sia indispensabile l'incoscienza per proporre oggi nell'anno del Signore 2011, di beatificare l'Alighieri. Ma voglio dar voce al misterioso sentimento di stupore e gioia che mi assale ogni qualvolta leggo Dante, oppure lo ascolto, o anche ne sento solo parlare.

Hans Urs von Balthasar, di cui ho scritto nel post precedente, nel secondo volume di Gloria, sceglie dodici figure eminenti che mostrino un caleidoscopio della bellezza del cristianesimo: Ireneo, Agostino, Dionigi, Anselmo, Bonaventura, Dante, Giovanni della Croce, Pascal, Hamann, Solov’ëv, Hopkins, Peguy sono convocati attraverso i secoli dal Balthasar in un cenacolo quali testimoni che la Gloria rifulgente sul volto di Cristo non spegne ma esalta l'irriducibile differenza dello stile di ciascuno. E fra questi magnifici dodici campioni, proprio Dante è stato convocato, preferito al sommo maestro della scolastica, Tommaso. Ma perché con Dante, Balthasar ne convoca almeno cento altri, da Virgilio a Catone, da Tommaso a Bernardo, fino all'anima amata di Beatrice, grazie al cui volto potrà contemplare Dio.

Giovanni di Paolo, 1450 ca.


Che dire ancora, mi limito a ricordare che la stessa Liturgia cattolico-romana ha adottato le prime sette terzine del Canto XXXIII del Paradiso Vergine madre, figlia del tuo figlio quale inno per l'Ufficio delle Letture della solennità dell'Assunta.


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