domenica 24 aprile 2011

Triduo Pasquale 4. Terzo giorno

"A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè
  che Gesù è morto per i nostri peccati secondo le Scritture
  e che fu sepolto
  e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici"
(1Cor 15,3-5)

   Il Triduo Pasquale è compiuto con il notturno ingresso nella santa Domenica di Pasqua, è concluso dalla celebrazione della Veglia Pasquale che è notturna e tetramorfa.
Matthias Grunewald, anta destra del Polittico di Isenheim, 1515
   Matthias Grunewald, nel pannello dedicato alla Resurrezione dello splendido polittico dipinto per l'altare di Isenheim, coglie e valorizza la natura notturna della resurrezione di Gesù dai morti. Il Risorto si staglia nitido e sfolgorante sullo sfondo più che scuro della notte del mondo, sullo sfondo tenebroso del male, Egli è la Luce che brilla nelle tenebre "e le tenebre non l'hanno vinta" (Gv 1,5) perché il Dux vitae ha vinto il peccato e la morte, è la prima Parola detta da Dio, prima opera di Dio prima del peccato e primogenito dai morti dopo il peccato: Cristo risorto è il centro del mondo, comunque. La natura notturna della Veglia Pasquale è implicita nel nome stesso di Veglia; infatti, vegliare implica la sospensione del ciclo ordinario sonno/veglia con l'astensione dal dormire, attività che normalmente avviene nelle ore notturne e che ha un evidente significato simbolico affine alla morte. Il vegliare di questa notte, a differenza del vegliare la prima notte del Triduo, è la prima partecipazione alla resurrezione di Gesù: "Svegliati, tu che dormi, risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà" (Ef 5,14). Chi dorme viene risvegliato dal Cristo Luce del mondo, ed essere risvegliato equivale a venire risuscitato, resurrezione che procede per gradi: ora, finchè si vive nel corpo, resurrezione dell'anima dalla morte spirituale del peccato, alla fine del mondo resurrezione del corpo dalla morte fisica. Cosicchè la sacra convocazione per vegliare nella terza notte introduce al Lucernario, primo atto della Veglia Pasquale.

El Greco, 1596-1600
 Anche Dominikos Theotokopoulos, alias El Greco, colse il carattere intimamente notturno della resurrezione di Cristo, soggetto che dipinse più volte sempre mantenendo alcuni elementi costanti. Il Risorto emerge tranquillo e potente, misericordioso e tremendo, come un fiotto di luce bianca e pura dal caotico groviglio di corpi sia dei soldati messi a guardia di un morto, raffigurati tramortiti e sconfitti, sia dei morti e dei morituri, rappresentati risorgenti in Lui, come dice l'apostolo Giovanni: "E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me" (Gv 12,32).
 La Veglia è tetramorfa, ovvero si svolge in quattro liturgie che si susseguono l'un l'altra:
  1. il Lucernario o Liturgia del fuoco
  2. la Liturgia della Parola
  3. la Liturgia battesimale
  4. la Liturgia eucaristica
Sembra abbastanza evidente che i quattro elementi della cosmologia antica, fuoco, aria, acqua e terra, sono l'ordito dei quattro movimenti che scandiscono la sinfonia di questa notte santa. Così tutto il creato glorifica Dio perché ha risuscitato Gesù, la morte è vinta, il peccato del mondo è perdonato, tutte le creature del cielo, della terra e degli inferi cantano ed esultano di gioia perché il Figlio prediletto che era morto è vivo e lo è per sempre: "Dio lo ha risuscitato" (At 2,24.32; 3,15; 4,10; 10,40; 13,30.34.37; Rom 10,9).

Altdorfer Albrecth, 1516

Il fatto storico della resurrezione di Gesù Cristo è il fondamento della fede sul quale poggia tutto il cristianesimo e tutta la Chiesa, è la pietra angolare posta da Dio Padre a reggere l'intero universo, a dare stabilità e saldezza alla fede divina di Simon Pietro, è il fuoco che arde nel cuore di Dio fin dalla fondazione del mondo ed ora divampa nel cuore delle notte santa fuori dalla chiesa, nello spazio profano antistante la porta d'ingresso, nel giardino appena fuori della città dove l'avevano sepolto. Il fuoco nuovo che è acceso nella notte è il primo segno sacramentale dell'amore, della passione di Dio per gli uomini: "le sue vampe sono vampe di fuoco, fiamma divina!" (Ct 8,6). Quando di notte un fuoco è acceso, spontaneamente ci si raccoglie attorno, animati dalla stessa curiosità di Mosé quando vide il roveto ardente: "Voglio avvicinarmi per osservare questo grande spettacolo: perchè il roveto non brucia?" (Es 3,3) e la maestosa rivelazione del Nome di Dio fu su di lui, non prima di averlo chiamato dal roveto per ordinargli di restare a piedi nudi: "perchè il luogo sul quale tu stai è suolo santo!" (Es 3,5). La penitenza quaresimale ci ha insegnato a toglierci i sandali dai piedi, come ancora si deve fare per entrare in una moschea! Non solo per il sommo rispetto che dobbiamo al luogo santo in cui siamo quando preghiamo, al cospetto di Dio, ma anche perché il Signore e Maestro Gesù ci possa lavare i piedi ed esser da lui purificati (Gv 13,4-10). Al Fuoco nuovo e benedetto è acceso il Cero pasquale che rappresenta il Cristo risorto e poi si svolge il rito cosmogonico cristiano: la chiesa vuota e buia, come vuota e buia era la terra in principio, quando Dio pronunciò in quel primordiale silenzio tenebroso la sua prima parola: ""Sia la luce!". E la luce fu" (Gen 1,3) che squarciò le tenebre ed i silenzi che l'avvolgono, rivelando il Figlio, rivelato dal Figlio. E dietro al Cristo di Dio Luce del mondo, ecco i figli della luce che pian piano riempiono la chiesa e gettano fuori le tenebre del peccato dalla propria vita e dalla chiesa, riempiendole di luce, lasciandole riempire dalla "Luce di Cristo", triplice grido con cui il Servo del Signore, rappresentato dal diacono che reca il Cero pasquale, ha vinto "le tenebre del peccato con lo splendore della colonna di fuoco" (Preconio). Questo è infatti il significato sacramentale del Cero pasquale, raffigurare la colonna di fuoco che guidò i nostri padri nella fede nell'esodo, per loro dall'Egitto, per noi dal peccato.

Bassano Francesco, 1584-88

 Nella chiesa tutta illuminata dalla Luce di Cristo risorto, ora risuona la voce delle Scritture, secondo le quali egli è risorto dai morti (cfr. 1Cor 15,3). La resurrezione di Gesù è il senso ed il fondamento di ogni proclamazione della Parola di Dio nella Liturgia: tutto ciò che è celebrato dalla Chiesa ha il suo fondamento storico-salvifico nella divina Resurrezione di Gesù nostro Signore. Perciò la Chiesa nostra madre proclama in questa notte santa nove letture, per spiegare ai fedeli che la fede in Gesù Cristo morto e risorto, non è una pia illusione, ma è fenomeno accaduto conformemente alla divina volontà, ovvero "secondo le Scritture" che spiegano la resurrezione di Gesù, come Lui risorto spiega le Scritture.
Così la prima lettura (Gen 1,1-2,4) mostra il Verbo creatore che diventa ricreatore del mondo grazie alla resurrezione di Gesù, con la quale riempie il cielo, la terra e gli inferi della sua Luce vivificante.
La seconda lettura (Gen 22,1-18) getta uno sguardo furtivo sul mistero abissale di Dio Padre che non risparmiò suo Figlio per noi, ma lo diede al mondo una prima volta nella creazione, una seconda volta nell'incarnazione, è una terza volta con la resurrezione.
La terza lettura (Es 14,15-15,1) racconta la natura comunitaria della salvezza, dentro il Popolo di Dio si è immersi nell'oceano della Grazia divina, la liberazione dal peccato.
La quarta lettura (Is 54,5-14) descrive la natura universale della salvezza, perché l'amore del Redentore è immenso e perenne, riguarda tutti e per sempre.
La quinta lettura (Is 55,1-11) sollecita la libertà umana ad accogliere la salvezza gratuita e a cercarla senza sosta, perchè i pensieri e le vie del Signore misericordioso sono diversi dai nostri.
La sesta lettura (Bar 3,9-15.32-4,4) annuncia che la via della sapienza è stata rivelata a Israele, è la legge che sussiste in eterno.
La settima lettura (Ez 36,16-28) contiene la promessa del rinnovamento interiore del popolo di Dio mediante il trapianto cardiaco che renderà fattibile l'obbedienza filiale.
L'epistola (Rom 6,3-11) illustra l'opera salvifica del battesimo che ci unisce al destino di Cristo Gesù.
Il Vangelo (Mt 28,1-10) colloca la visita delle donne alla tomba in un contesto teofanico, l'Angelo del terremoto con gesti e parole proclama l'evento della resurrezione e prepara all'incontro con il Risorto.

Rubens Pieter, 1616
   L'abbondante annuncio della Parola di Dio ravviva la memoria assopita dei credenti, riscalda i cuori freddi e tristi con le focose parole d'amore di Dio a noi e introduce tutto il popolo di Dio all'opera di rigenerazione interiore che culmina nella liturgia battesimale. I catecumeni oggi diventano pienamente cristiani, immersi dalla Chiesa nel crogiuolo dell'amore Trinitario, mentre coloro che sono già cristiani confermano l'adesione a Cristo morto e risorto. In questo processo cosmo-antropogenetico tutta la Comunione dei Santi è coinvolta, l'opera spirituale della cristificazione dell'uomo e del cosmo, infatti, conta più sulla preghiera dei Santi che sui nostri miseri sforzi.Infine, dopo aver rigenerato tutto il popolo di Dio nel nucleo originario della fede, il popolo sacerdotale consuma le nozze mistiche, unendosi all'Agnello immolato, al Cristo morto e risorto che con la sua morte e resurrezione ha istituito e consacrato il santissimo sacramento dell'Eucaristia, farmaco d'immortalità, banchetto del Regno, festa di nozze.

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