mercoledì 9 marzo 2011

Ecclesiologia architettonica 5. La fede necessaria all'artista

Porta laterale della cattedrale di Trento
       Recentemente ho visitato Trento e sono stato allegramente sorpreso da questa soluzione di colonne annodate; trovo sia una plastica descrizione della fede, così come la vivo e la penso: incontro tra la sovrana libertà di Dio che si espone e la piccola ma determinate libertà dell'uomo che in essa si compie e viene salvato.
       La fede è realtà primordiale e dinamica che nella sua complessità non patisce riduttivismo alcuno. 
       Essa è primordiale perché è la prima conseguenza dell’essere creature. Nessuno si è creato da sé, ciascuno è creato da Dio, quindi il Creatore viene prima ontologicamente, logicamente e cronologicamente le creature; proprio come nessuno è concepito da sé. Il dato di fatto che ciascuno è posto in essere nel mondo da qualcun altro, dice la natura assolutamente graziosa della vita, dell’essere ed esistere di ciascuna creatura. Ciò suscita una fiducia spontanea e di totale buon senso verso coloro che ci hanno generati, primo segno efficace, immagine sacramentale del Creatore.
        La fede è universale, naturale e soprannaturale. Essa si radica nella fiducia umana, primo sentimento umano. Su codesto sentimento naturale umano s’innesta la dimensione religiosa della fede, portandolo a compimento con l'apertura alla dimensione soprannaturale della fede. Tale dimensione è donata per sola grazia da Dio nel rivelare Se stesso, col quale Dio si rivolge personalmente, liberamente e storicamente al singolo uomo. Perciò la fede non è una realtà statica che semplicisticamente c’è o non c’è, ma è dinamica perché dalla conversione nasce e di conversione vive. Conversione che sostanzia fino all’ultimo respiro la vita del credente e che nel tempo della divina pazienza lo riorienta a Dio: “Sursum corda. Habemus ad Dominum”, recita il Messale romano all’inizio del Prefazio.
       
Sagrada Familia, Angeli della facciata della Natività

       La fede necessaria per iniziare un’opera d’arte sacra è solo germinale, essendo sufficiente, a mio modesto avviso, due sole condizioni: la fede nella bontà/beltà del mondo e la disponibilità all’ascolto, ovvero il rifiuto della chiusura preconcetta e pregiudiziale a Dio che sempre parla in molti e diversi modi (Eb 1,1s). Al resto Dio provvede. Niente di più e niente di meno.
       Ciò è avvenuto allo scultore giapponese Etsuro Sotoo, da pagano che era è stato convertito dal Tempio Espiatorio della Sacra Famiglia, edificio di pietra e di luce che materialmente e spiritualmente  esprime la fede cristiana. L'artista si può dire cristiano quando plasma la materia affinché esprima la vocazione spirituale della materia stessa e trasfigurata grazie all'opera dell'artista, celebri la gloria del Dio vivente. Ciò che conta non è lo status soggettivo dell'artista rispetto al Credo, la fides quae creditur cioè se egli sia o meno un credente, quanto il rispetto che l'artista, credente o meno, porta al contenuto oggettivo della fede cristiana, la fides qua creditur.
       Ciò mostra il grande potere dell'ecclesiologia architettonica rettamente ispirata da un santo qual'è Antoni Gaudì. Ciò smentisce la tesi spiritualista e antimaterialista che riduce la Chiesa alla sola comunità di persone, disincarnandole dal loro stesso corpo e mondo. Viceversa  in principio c'è la santità di Dio e dei suoi santi, tra cui l'architetto Gaudì che secondo la verità trasmessa e dal libro della Natura e dal libro della Scrittura ha progettato e iniziato a creare  il Tempio espiatorio. Dal sito ufficiale della Sagrada Familia ho copiato e tradotto le seguenti informazioni:

Etsuro Sotoo
Etsuro Sotoo arrivò a Barcellona nel 1978. Fin da quando era un ragazzino ebbe molto chiaro quello che voleva fare nella vita: scolpire la pietra. Così decise di venire in Europa, perché quì la cultura della pietra è più viva. Per caso entrò nella Sagrada Família e decise che quella era la pietra viva che voleva scolpire. Ciò avvenne 31 anni orsono. La sua passione era così grande che il 3 novembre 1991 è diventato cattolico: il suo lavoro nel Tempio Espiatorio lo aveva portato a contatto con tutta la simbologia cristiana e così scoprire che la Sagrada Familia è un'introduzione alla fede cristiana. Ha fatto le sculture degli angeli cantori e musici della facciata della Natività, ha curato il restauro del chiostro e la decorazione per le finestre a forma di frutta. I frutti sono stati collocati a seconda della stagione dell'anno: sulle finestre orientale, all'angolo della facciata della Natività, ci sono i frutti dell'estate: nespole, ciliegie, prugne, pesche e mele. Sulle finestre occidentale, all'angolo della facciata della Passione, i frutti invernali: castagne, cachi, fichi, mandorle e pere.
Sagrada Familia, Angeli musici della facciata della Natività

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